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Masoch

Regia di Franco Brogi Taviani vedi scheda film

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La recensione su Masoch

di sege
8 stelle

Questa è la critica di Variety al film Masoch. Una fra le tante, Moravia, Argentieri, France Sir, etc. che hanno parlato del film in termini molto, molto lusinghieri.

Variety - Festival di Montreal - 10 settembre 1980

 

Quanto di questo film bello e avvincente - del produttore regista sceneggiatore italiano Franco Brogi Taviani- sia basato sulla realtà è opinabile.  Va da sé che il titolo è riferito a Leopold von Sacher Masoch, un romanziere tedesco del 19° secolo le cui tematiche spesso affrontano sofferenza e umiliazione e che ha dato nome alla deviazione sessuale opposta a quella che ispirava il Marchese di Sade.

Masoch proiettato fuori concorso al Montreal World Film fest è una storia audace che tratta un soggetto scabroso che potrà mettere il pubblico in un qualche imbarazzo. Ma il film è anche una realizzazione di prim’ordine, un trionfo stilistico per Taviani ( il terzo e il più giovane dei fratelli Taviani) che riesce a focalizzare con grande acutezza il carattere dei due protagonisti grazie alla superba interpretazione di Paolo Malco nella parte di Masoch e Francesca De Sapio,  nel ruolo di Wanda, moglie più che accomodante.

Il Film ha buone probabilità di successo grazie al suo particolare argomento e alla sua fattura  di gran classe. Attenzione: c’è beaucoup  di nudità, linguaggio esplicito, frustate, percosse. Il crescendo di torture è mostrato con qualche riserbo. Fare uscire “Masoch” negli Stati Uniti senza  la proibizione ai minori sarebbe impossibile senza una serie di tagli che snaturerebbe il contenuto profondo del film.

Sarebbe un peccato dal momento in cui il film è soprattutto un’appassionata rappresentazione delle dinamiche uomo-donna all’interno di un matrimonio tanto suggestivo  quanto bizzarro. Taviani è ben lontano da qualsiasi titillazione sessuale (il film non è in nessun modo pornografico). Piuttosto il regista-scrittore esplora i limiti di una strana unione che alla fine vacilla quando il suo precario equilibrio emozionale si è spinto troppo oltre nella direzione sbagliata .

La trama è abbastanza semplice. Masoch è presentato qui come un famoso scrittore Austriaco a cavallo di due secoli. (Per la cronaca, il vero Sacher Masoch morì nel 1859 a 59 anni). Prevaricatore di prim’ordine, riesce a trasformare l’incontro con una bella donna di umili origini in una unione di lunga durata (mettono al mondo due figli) assoggettata ad uno strano patto.

Per poter tener viva la sua eccitabile immaginazione,  Masoch (Malco) pretende  che la donna suborni la sua natura romantica e convenzionale per assumere il ruolo dominante di una relazione padrona-schiavo. Finché, alla fine del film,  il matrimonio non collassa - dopo che lei si è data a numerosi amanti, naturalmente su istigazione del marito  a cui infligge, sempre in conformità  alle sue fantasie, percosse e altre umiliazioni.

Utilizzando al meglio il suo eccellente cast, Taviani riesce a tirar fuori le parti più nascoste  di questa inusuale unione e a rendere i personaggi principali plausibili se non addirittura simpatetici.

Riesce anche a mantenere alto il livello d’interesse dello spettatore, alternando con cura scene sviluppate come   quadri drammatici scanditi da repentine ma efficaci dissolvenze a nero.

Gli aspetti tecnici di questo film - costumi e scenografia, i colori intensi della fotografia di Bevilacqua, la colonna sonora di Gianfranco Plenzio - supportano magistralmente l’impostazione del film.

L’interpretazione dei personaggi è molto incisiva in tutti i ruoli, benché Malco e De Sapio dominino (il gioco di parole non è intenzionale) tutto il film; e giustificatamente.

Nel complesso un film che sorprendentemente trasforma la materia di uno scabroso argomento  in una squisita esperienza estetica.

 

Sege

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