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Bassa marea

Regia di Fritz Lang vedi scheda film

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La recensione su Bassa marea

di Baliverna
8 stelle

Ambientato in campagna nell'Ottocento, è in realtà, per personaggi e situazioni, molto simile ai noir girati tra le vie grigie e squallide della Los Angeles degli anni '40 e '50 del Novecento. Come spesso in Fritz Lang, alla base della trama c'è un omicidio preterintenzionale, e lo è così tanto che inizialmente l'assassino neppure si accorge di aver ucciso la ragazza. Detto questo, però, bisogna proprio precisare che l'omicida è un poco di buono, o un nulla di buono. Il suo comportamento, già meschino all'inizio della vicenda, peggiora via via nel corso del film. Diventa abbastanza presto un uomo malvagio e privo di scrupoli, che non indietreggia davanti a nessuna efferatezza pur di nascondere il suo primo crimine. Non sembra neppure avere sensi di colpa, di quelli salutari almeno, e lo si può definire persino un sadico. Tuttavia, come la Lady Macbeth di Shakespeare, è perseguitato dai fantasmi dei suoi crimini, i quali non sono altro che degli spaventosi morsi della coscienza, che egli cerca in ogni modo di soffocare. Questi rigurgiti di verità assumono persino la forma di tremende allucinazioni. Contrapposto a lui, troviamo il personaggio del fratello, un uomo buono ma debole, che non riesce a dire di no al fratello quando gli chiede di aiutarlo a far sparire il cadavere. Lungi dall'aver fatto un'opera buona, si ritrova invece in una situazione angosciosa, in cui si sente stritolato dall'angustia di essere correo all'omicida. E poi, in cosa consiste esattamente la sua colpa?
L'ossessione di Lang per l'omicidio involontario, e la rappresentazione di dilemmi morali e sensi di colpa inestinguibili trovano origine secondo me in una sua tremenda esperienza: sua moglie si suicidò dopo averlo sorpreso con l'amante. Non auguro a nessuno una tragedia del genere, in cui ci si trova ad essere per molti aspetti anche omicidi, oltre che adulteri.
A contorno della vicenda, c'è l'ambiente della provincia americana, altre volte stigmatizzato dal regista tedesco: pettegolezzi, dicerie, malignità, un puritanesimo che condanna il peccatore invece che il peccato. La stessa ragazza uccisa sembra essere vittima di calunnie, perché nel poco tempo che la si vede sembra essere una brava persona.
Il film è teso e ben diretto, e ci tiene a dovere in suspense. Non mancano, naturalmente, le scene buie, e le ombre negli ambienti chiuse. Molto riuscita ho trovato la scena dove l'assassino, nel tentativo di recuperare dal fiume il sacco col cadavere, lo lacera e da esso sbucano i lunghi capelli biondi della poveretta. Ottimo il finale.
La versione italiana ha in certe scene una musica che non occorreva (e che in originale non c'è). Anche certe libertà del doppiaggio tolgono qualcosa ai personaggi. "You have a filthy mind" dice la moglie all'assassino, cioè "hai una mente lurida, hai solo pensieri perversi". Il doppiaggio dice, invece, "Sei completamente pazzo". Comunque un film proprio da vedere. PS Louis Hayward assomiglia secondo me a Sam Neill.

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