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Bassa marea

Regia di Fritz Lang vedi scheda film

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La recensione su Bassa marea

di lorenzodg
8 stelle

"Bassa Marea" (House by the River, 1950) è un film cosidetto 'minore' di Fritz Lang che invece merita più di uno sguardo. Un noir ampio e circolare, tetro e angosciante: tutto questo giocando con pochi ambienti e scenografie misurate (girato con budget ridotto). Gli attori danno con precisione la cadenza della trama e l'ambiguità del risvolto drammatico.
Stephen Byrne (Louis Hay ward) è uno scrittore che vive in una casa posta sulla riva di un fiume. La sua vicina Mrs. Ambrose (Ann Shoemaker) è una signora piuttosto impicciona e invadente, mentre la moglie Marjorie (Jane Wyatt) vive una 'doppia vita' nutrendo un affetto (e più) sincero col cognato John (Lee Bowman).
Una sera Stephen bacia la sua domestica Emily (Dorothy Patrick) e avere le sue 'grazie': ma lei comincia a gridare e per non far sentire tutto alla sua vicina (cinicamente) le stringe il collo ...e soffoca il suo respiro. Disperato non sa cosa fare (mentre vede un'ombra dalla porta d'entrata)...quando il fratello entra in casa (era lui) dalla porta secondaria (sempre aperta) e gli chiede aiuto (convincendolo per il bene di tutti). Mettono il corpo dentro un sacco, prendono una barca, vanno al largo del fiume e buttano il cadavere. Tutto sembra filare liscio (dal giorno dopo) e l'assenza di Emily veniva giustificata in diversi modi (è in paese, da una sua amica...) e nel ballo serale tutti aspettavano la sua presenza.
John diventa nervoso mentre suo fratello tranquillamente andava avanti scrivendo le sue pagine.
Mentre era seduto con la moglie sulla veranda del fiume vede un sacco che galleggia...disperatamente...prende la barca..per toglierlo di mezzo. Quando tutto sembra finito, la polizia fa visita a Stephen...facendo vedere un sacco "è vostro?"..."C'è il nome di mio fratello...Chiedete a lui"..."Ma non è in casa..". E da qui l'angoscia del fratello prende il sopravvento e 'sembra' il colpevole di tutto. Stephene sta al gioco e al processo difende il fratello ma soprattutto se stesso.
Naturalmente lo scontro fisico Stephen-John è inevitabile. E un falso suicidio per Stephen sarebbe ideale (per il senso di colpa del fratello) per John. Una lotta, un colpo e il cadavere (?) gettato in acqua (di notte). John torna a casa dalla moglie (sa della sua relazione) e lo scontro diventa forte ma l'epilogo sarà drammatico perchè John...................fino a quando Stephen..........
Volutamente non ho scritto il finale: girato bene e assolutamente credibile per la tensione narrativa raccontata.
Il film è tratto dal libro di Alan P. Herbert e segue un 'canovaccio' classico del noir di Lang e di certo cinema dei decenni precedenti. Tensione, dramma e fobie varie si mescolano con grande 'maestria' e senso della 'suspence'. La musica, in questi casi, fa da tramite con giusta cadenza (è di George Antheil).
La visionarietà di Lang è provata: il 'gioco' drammatico e l'ambiguità dei personaggi trovano una forza narrativa negli interni, nei nottorni, nelle ombre, nei primi piani, nei doppi giochi e nei modi (mai trasparenti) di tutti.
La regia di Lang è misurata e nello stesso tempo dirompente: il genere presuppone proprio questo. Mai banalizzare e tenere alta l'attenzione dello spettatore ad aogni inquadratura.
Voto: 8.

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