Regia di Satoshi Kon vedi scheda film
Animazione adulta, equamente distante sia dai prodigi tecnologici belli ma freddi stile pixar (finalmente!), che dalle favole a lieto fine stile Disney prima maniera. La qualità tecnica è sosprendente, segno che non è indispensabile il digitale per meravigliarci ancora: le tonalità brune che caratterizzano tutto il film e le illuminazioni a metà tra lo stile delatouriano e l'espressionismo tedesco sono mirabili. Ma ciò che colpisce di più è la qualità della sceneggiatura, la maestria con la quale sono delineati i personaggi e della quale i film tradizionali spesso difettano. Il personaggio della signorina Hana (che in giapponese significa fiore, se non sbaglio) è forse un po' stereotipato, bisogna ammetterlo, ma il modo con cui riesce a rubare la scena ai suoi comprimari (vedasi il suo monologo nella scena dell'ospedale) ripagano ampiamente. Come in "Perfect Blue", (dello stesso Satoshi Kon), il fascino del film e la sua capacità di catturare lo spettatore, risiede nel frequente cambio di registro, che ci fa a lungo chiedere se stiamo assistendo ad un dramma sociologico, ad una commedia stile anni '40, a un poliziesco o a uno psicothriller. Non stiamo sognando: già dopo due minuti scarsi ascoltiamo le parole "omosessuale", "checca" e "tetta". Tanto di cappello.
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