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Private

Regia di Saverio Costanzo vedi scheda film

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La recensione su Private

di Maciknight
6 stelle

Private è un film a basso budget il cui scopo è far riflettere e non certo intrattenere il pubblico. Peccato che in tv la RAI, ovviamente di notte, lo abbia mandato in onda con una qualità pessima delle immagini, che soprattutto nel girato di notte rendeva praticamente impossibile capire cosa succedesse. Una famiglia palestinese che risiede in una grande casa in quelli che gli israeliani chiamano semplicemente Territori, deve subire l’occupazione dell’edificio da parte di un piccolo reparto militare israeliano. Intimato loro di andarsene il capofamiglia (un intellettuale pacifista ma dotato di dignità e fierezza) si rifiuta per più che giuste ragioni, per quale motivo dovrebbe andarsene da casa sua? Da libertario lo comprendo totalmente. Per cui lui e la sua numerosa famiglia viene relegato al piano terra con libertà di muoversi fuori casa, ma con l’obbligo di chiudersi nel salotto durante la notte, con il grave disagio di dormire in letti di fortuna e non poter recarsi in bagno, perché la porta viene chiusa a chiave.

La trama è tutta incentrata sulle diverse reazioni a questa angheria da parte dei singoli componenti la famiglia palestinese, che man mano che passa il tempo si attenuano fino ad incuriosire la fiera e combattiva figlia adolescente che si reca di nascosto a spiare i soldati israeliani al piano superiore per scoprire le loro caratteristiche umane, che col tempo li rende meno odiosi ai suoi occhi. Il pericolo maggiore lo corre il figlio adolescente che impadronitosi di una bomba a mano dimenticata da un soldato, gioca a predisporre una trappola esplosiva nella serra, con il rischio che a saltare per aria sia il padre.

Significativo il messaggio finale, alla speranza che finalmente il reparto trasferito se ne vada per sempre liberando la casa, sopraggiunge un nuovo reparto che sembra ancora più aggressivo del precedente, come ad indicare che il tormento e l’angoscia in quei territori non avrà mai fine, nonostante la buona volontà della popolazione.

Il film a mio avviso soffre di una lieve presa di posizione politica a favore dei palestinesi, anche se la faziosità dell’autore non è grave e non ritrae gli israeliani in maniera abbietta, ma come vittime a loro volta di decisioni che sovrastano le loro insignificanti persone, come fossero semplicemente pedine in divisa ed armate ma pur sempre pedine sacrificabili e strumentalizzate. Gli attori riescono a rendere molto bene l’angoscia e l’assillo di dover vivere in quelle condizioni, alle quali neppure l’intelligenza più acuta può procurare soluzioni ed alternative valide, ma solo attenuarne gli effetti negativi.

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