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Noroît

Regia di Jacques Rivette vedi scheda film

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La recensione su Noroît

di Aquilant
4 stelle

In “Noroit” (terzo capitolo delle “Scene dalla vita parallela”) la scrittura filmica di Rivette sembra pervenire ad un massimo grado di stilizzazione, depurata quasi fino all’osso di tutti quei cascami che ancora persistevano nelle opere precedenti a sbarrare la strada ad un tipo di racconto votato ad una decisa purezza delle forme e ad una straniata essenzialità di contenuto.
In effetti appare ardua impresa scorgere in questa pellicola il minimo legame non soltanto con una delle sue più estrose creazioni “Celine et Julie vont en bateau” ma perfino con “Duelle”, vale a dire il suo diretto predecessore, laddove in quest’ultima opera l’impianto teatrale è abbozzato soltanto in parte ed ancora s’intravede tra le righe un certo gusto per un tipo di narrazione dotata di una certa fluidità e di una pulsazione interna a dimostrazione dell’esistenza di un residuo soffio finale di vita e di un modo di raccontare che ancora risente di taluni stilemi legati alla tradizione.
In “Noroit” Rivette rompe completamente con le sue consuete coordinate mentali usate in precedenza giungendo all’estremizzazione delle proprie tematiche e proponendo alla nostra attenzione uno eccentrico saggio di teatro filmato a rappresentare una fosca storia di vendetta intinta nella nemesi più tenebrosa, piegando con la forza bruta il suo stile consueto e ponendolo al servizio di una sorta di astrazione figurativa fine a sé stessa.
Ancor più che in “Duelle” l’uso quasi esasperato dei campi medio lunghi, l’esclusione quasi totale dei primi piani, il frequente impiego di una mdp quasi privata di quella capacità di movimento che tornerà in modo prepotente in “Merry go round”, le pose ingessate dei personaggi costretti sovente a fungere da belle statuine in netto contrasto con la potenziale dinamicità della situazione narrata, contribuiscono ad irrigidire l’opera fino all’estremo, conferendole una pesantezza di fondo fatalmente abbinata ad una staticità cronica, aggravata dal peso di una recitazione portata sovente sopra le righe, specie per quanto riguarda la componente esoterica della narrazione.
E se si aggiunge a questi fattori anche una certa dose di ermeticità insita nelle viscere stesse del racconto, si può arrivare a capire come questo “Noroit” (che sembra non sia stato mai distribuito) abbia costituito, nonostante la strepitosa performance di Geraldine Chaplin, un passo falso nella filmografia dell’autore ed avviato a prematura fine le “scene dalla vita parallela”, riprese solamente di recente con l’“Historie de Marie et Julien”. E da qui si può capire perché il regista abbia opportunamente provveduto a fare marcia indietro, tornando con “Merry go round” ad un modo di fare cinema probabilmente a lui (ed a noi) più congeniale a parte qualche parentesi di basso profilo a base di “belle scontrose”. Ma questa è ovviamente un’altra storia.

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