Regia di Jean-Luc Godard vedi scheda film
Nove minuti di inferno, un'ora di purgatorio, sette minuti di paradiso: questo è il senso dell'equilibrio di Godard, aggraziato solo nelle intenzioni, ma caotico, cifrato, involuto nei risultati. Che può anche essere una personalissima scelta di orchestrare la 'musica' delle sue pellicole, ma rimane sempre una soluzione sgraziata. La scelta di dividere in tre sezioni di chiara reminiscenza dantesca questa sua opera è infatti un'esuberanza, un elemento che eccede il testo (fittissimo, come sempre: nei dialoghi, nelle riflessioni, nelle immagini) e che francamente non lo arricchisce di nulla; il vero succo sta in ciò che è contenuto nella sezione denominata Purgatorio e cioè nel dibattito 'campo/controcampo' (come definito dallo stesso regista) fra musulmani palestinesi e ebrei israeliani, due visioni, due sentimenti, due mentalità contrapposte per comodità, ma fondamentalmente simili negli atteggiamenti e nelle ragioni. Belle le immagini di Sarajevo, le strade sotto la neve, il traffico di una città apparentemente 'normale', ma sulla quale solo pochi anni prima non precipitavano fiocchi bianchi, ma bombe. Oltre all'indiscutibile gusto estetico (seppur confuso nel marasma dei pensieri filmati, negli accostamenti, negli indizi, nelle suggestioni continuamente proposte), a Godard va riconosciuto un certo coraggio nell'esporsi su questioni tanto delicate, seppure in sostanza non ci dica nulla di trascendentale; ma il paragone con il cinema, che rende ogni oggetto tale a seconda della luce che gli impone (ovvero: siamo noi stessi che conferiamo alla realtà la 'nostra musica'), è ficcante e suggestivo. A proposito di musiche: in sottofondo scorrono, fra gli altri, Sibelius, Tchaikovsky ed il contemporaneo Kurtag. 6/10.
Tre capitoli. Inferno: immagini di guerra e morte. Purgatorio: Godard va a Sarajevo ed incontra una ragazza israeliana con cui discute della problematica situazione fra Israele e Palestina. Paradiso: quella stessa ragazza viene uccisa e si ritrova in una foresta vergine piantonata dai soldati.
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