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O ritual dos sádicos

Regia di José Mojica Marins (Zé do Caixão) vedi scheda film

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La recensione su O ritual dos sádicos

di okkio
8 stelle

Siamo di fronte al lavoro più personale del creatore di Zé do Caixao, un film che si fa fatica a vedere più di una volta e senza pause, un vero delirio bizzarro. Per me è pura arte, perché Marins mette tutto il suo vissuto, la sua controversa vicenda artistica e umana in questo lungometraggio. Certo, siamo di fronte al trash e a situazioni molto squallide, ma per piacere non facciamo finta che tutto questo squallore non esista nella vita vera e non finiamo per concludere che i veri registi sono solo i figli dell'alta borghesia che possono permettersi di cazzeggiare perché tanto c'è il papi a pagare le loro velleità artistiche, che a tarda carriera di rivelano conformismo puro. Marins è un'artista proletario, ma non nel senso che era portatore di idee o visioni politiche del mondo, ma perché era economicamente uno qualsiasi, che ha voluto fare l'arte più costosa. e ci ha provato fino alla fine.
Questo Ritual dos Sadicos non può essere capito se non si conosce a fondo la sua vicenda umana, se non si conosce la persecuzione della censura che braccò la sua opera, malata e sudicia, trash perché povera e sgrammaticata e folle, puramente folle nel dimostrare un coraggio incredibile nel freagarsi - sul serio e radicalmente - del resto della produzione cinematografica brasiliana e mondiale, nel fare cinema di Marins. Le situazioni sono bizzarre, danno fastidio, magari ci si vergogna pure di guardare cose simili, così deviate dai percorsi socialmente accettati, dalla fruizione commerciale o anche solo dai film intellettualoidi sponsorizzati dai critici in voga. Volete qualcosa di underground: ebbene, Marins è un po' come avere a che fare con l'underground dell'underground, impossibile da affrontare se non vi private almeno un poco dalle convenzioni. è un po' stupefacente, la sua oepra, nel senso che funziona un po' come una droga: spaventa, spaventa anche chi l'ha vista, stravista, analizzata. deve rimanere nascosta, un gioellino per pochi. spero non diventi mai mainstream, perché per me è folle è disturbante. Come vedere il primo Tetsuo. Solo che Marins filosofeggia sulla vita, fa riflettere il popolino, vive, vive e ancora vive attraverso le sue pellicole. porta in scena le sue ossessioni, i suoi dubbi sulle donne, la sua visione della relazione col pubblico. Non so, sarà stomachevole e noioso a tratti, ma è unico. un genio o un buffone, non lo sapremo mai.

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