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Domenica è sempre domenica

Regia di Camillo Mastrocinque vedi scheda film

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La recensione su Domenica è sempre domenica

di mmciak
6 stelle

"Domenica è sempre domenica" diretto nel 1958
da Camillo Mastrocinque,devo dire che non mi
è dispiaciuto.

La storia racconta della contessa Castaldi,che ha inviato
una domanda di partecipazione al "Musichiere" a nome
della figlia Maria Luisa perché spera di vincere per
colmare le difficoltà finanziarie causate dai debiti di gioco
del marito "Comandante".

La ragazza inizialmente non è d'accordo,ma poi si trova
obbligata e si ritrova a gareggiare con l'ingegnere Alberto Carboni,
un industriale appassionato e esperto in canzonette.

Il Film si colloca alla nostra amata "Commedia all'Italiana",
dove allora si viveva quella che sarebbe diventata una
grande stagione,anche se questo Film è "minore"
confronto ad altri prodotti che sarebbero usciti
dopo e fatto la fortuna per il nostro Cinema.

Infatti nella pellicola ci sono quelli che avrebbero
fatto la fortuna del filone come Alberto Sordi-
Ugo Tognazzi e Vittorio De Sica ed è il pretesto
per portare al Cinema la trasmissione che divenne
"una febbre" per gli Italiani che era "Il musichiere",
e narra di varie vicende che succedono intorno allo
spettacolo.

Il titolo del Film era la sigla del programma
scritta da Gorni Kramer,che divenne un tormentone
per l'epoca e naturalmente dentro non poteva
mancare il mitico Mario Riva,simpaticissimo
conduttore prematuramente scomparso per colpa
di un incidente assurdo sul palco a Verona.

La storia è esile esile ed è praticamente uno
spaccato d'epoca molto significativo e naturalmente
passa dei tormentoni di Sordi:"Me lo voglio togliere
questo sfizio!" fino alle canzonette e dei personaggi
dell'epoca,infatti nel Cast figurano:

Achille togliani-Gabriele Antonini-Dorian Gray-
Yvette Masson-Garinei e una piccola particina in treno
Dario Fo.

In conclusione un piccolo Film che
fa tenerezza ma che colpisce per
gli interpreti e per chi non ha
vissuto quel periodo ti conquista
lo stesso per le battute e per
le vicende che racconta,
ma anche per vedere l'Italia provinciale
del dopoguerra per con che varietà si appassionava
che erano semplici,anche se il regista Camillo Mastrocinque
ha fatto di meglio.

Il mio voto: 6.

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