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Diario di un maestro

Regia di Vittorio De Seta vedi scheda film

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La recensione su Diario di un maestro

di sasso67
10 stelle

Tra Pasolini e Don Lorenzo Milani, De Seta realizza un piccolo miracolo produttivo e artistico, con l'aiuto di una RAI che aveva ancora sprazzi di dignità nello svolgere la sua funzione di servizio pubblico e di fucina di cultura. Anche grazie alla totale adesione al personaggio (ben oltre il rapporto di semplice interpretazione attoriale) di uno straordinario Bruno Cirino, il regista ci porta nel mondo a parte di un maestro elementare catapultato, a metà dell'anno scolastico, nella classe più emarginata di una delle scuole più disastrate delle periferie romane. I programmi didattici, imposti dal Ministero e propugnati da un direttore assente ed ottuso, spesso antiquati e reazionari, potrebbero anche funzionare con una classe diversa da questa quinta elementare in cui gran parte degli alunni diserta le lezioni. Il primo compito del maestro è quindi quello di andare casa per casa, baracca per baracca, a recuperare i suoi studenti perduti, molti dei quali pluriripetenti. Il secondo è guadagnarsi il loro rispetto e il terzo interessarli a quello che hanno sempre vissuto come un'imposizione senza scopo calata dall'alto. Purtroppo, come sempre, i metodi innovativi e democratici (che hanno fruttato, fra l'altro, una ricerca sulle abitazioni fatiscenti, intitolata dai ragazzi "I malestanti" e addirittura un giornalino sulla Seconda Guerra Mondiale dal titolo "V°: non ammazzare"), importati dal maestro, non saranno apprezzati dalle gerarchie del sistema scolastico. Resta, in ogni caso, il film di De Seta, geniale e sentita testimonianza, a metà tra finzione ed improvvisazione, di un esperimento che valeva la pena di spingere più a fondo e ripetere in altre situazioni sociali consimili.

La colonna sonora

Le musiche di Fiorenzo Carpi sono particolarmente azzeccate ed idonee al periodo ed al soggetto trattati.

Bruno Cirino

Perché, tra due fratelli, doveva morire proprio Bruno?

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