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Epidemic

Regia di Lars von Trier vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Epidemic

di vjarkiv
8 stelle

Metacinema allo stato puro.

Metacinema allo stato puro. Lars si mette in gioco in prima persona coinvolgendo anche il suo co-sceneggiatore. Fin dal suo primo film, Lars ha cercato in maniera provocatoria di distinguersi dai suoi colleghi “puristi” che spesso lo hanno denigrato. Così come parte del pubblico. Ma lui si è sempre schernito, producendo film sempre diversi dove ha sperimentato linguaggi decisamente personali (per non parlare dell’invenzione di improponibili movimenti come il Dogma 95, dove sembra beffare chi non segue le regole!). Insomma o lo ami o lo odi, niente mezze misure, com’è nelle corde del personaggio. Questo secondo lungometraggio il cui titolo inizia con la E come il primo (L’(E)lemento del crimine) e il terzo (E)uropa che dà il nome alla trilogia (Europa: non luogo geografico ma piuttosto uno stato mentale), è quello dove , insieme al primo, ha sperimentato di più sia tecnicamente, sgranature volutamente presenti utilizzando sia il formato 16mm che 35mm (che troveremo anche nel The Kindom televisivo), sia per contenuti, come appunto l’esasperazione nell’utilizzo del metacinema che finirà nelle grida isteriche della donna ipnotizzata e contaminata (l’ipnotizzatore lo ritroviamo anche nel primo film della trilogia).

Certe soluzioni che possono apparire bizzarre, sono invece il risultato di una profonda conoscenza della storia del cinema (con pace dei denigratori). Su tutti il suo ideale mentore Dreyer!

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