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Il ronzio delle mosche

Regia di Dario D'Ambrosi vedi scheda film

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La recensione su Il ronzio delle mosche

di Rosebud77
4 stelle

Il regista Dario D’Ambrosi ha affermato di essere particolarmente legato a questo film in quanto da tempo si occupa di malattie mentali. Forse ne è stato contagiato. Sicuramente non sembra occuparsi di cinema. In un futuro imprecisato in cui non esiste più la follia umana un gruppo di medici schizzati vuole riportarla sulla terra perché al posto di essa regna la depressione. Fanno allora prelevare gli ultimi tre poveri pazzi rimasti sul pianeta per studiare i loro comportamenti in una sorta di casa alla Grande Fratello (di questi tempi..!). Che sia l’abitudine che porta alla follia?
Tutto a parole. Nei fatti, questo ignobile film, prodotto dallo stesso Gianfranco Piccioli che ora nega a Francesco Nuti, un tempo suo pupillo d’oro e ora davvero sull’orlo della follia, i soldi per un possibile film, usa ambientazioni di cartapesta e dialoghi da scompisciarsi, arranca in una noia da filodrammatica quasi divertente e precipita le intenzioni del far apparire la diversità mentale come una forma di normalità in un vortice pasticciato di siparietti subliminali, musichette da pianola di bambino tredicenne, attori micidiali e un finalino a disegni animati tanto appiccicato quanto vecchio di vent’anni. Neanche Lucio Fulci avrebbe osato tanto. E come c’è finita Greta Scacchi (invecchiatissima) in una tale mascherata?
(Francesco de Belvis, Roma)

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