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Ora o mai più

Regia di Lucio Pellegrini vedi scheda film

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La recensione su Ora o mai più

di mm40
3 stelle

Un gruppo di studenti universitari a Pisa si ritrova in un centro sociale e sogna di cambiare il mondo. A essi si aggiunge, innamorato di Viola, l’insospettabile David, studente perfetto a un passo dalla laurea. Quando David si accorge che c’è un mondo reale al di là dei libri, decide di imbarcarsi con i nuovi compagni in una pericolosa trasferta a Genova, nell’estate del 2001, per contestare il G8.

Francamente striminzito, Ora o mai più è un ritratto abbozzato di un gruppo di ragazzi dalle grandi idee e dagli smisurati sogni all’alba dei terribili scontri del G8 genovese del 2001. Quanto meno si riesce a perdonare al copione (di Angelo Carbone, Roan Johnson e del regista Lucio Pellegrini) sono i toni giovanilisti, forzatamente sopra le righe nella costruzione dei personaggi (quasi tutti privi di respiro, monodimensionali e piuttosto simili fra loro) e piacioni nella dimensione intimista dei dialoghi, densi di una filosofia spicciola da diarietto, che allontanano dalla realtà e dal pubblico i pur verosimili protagonisti. È chiaro l’intento di partenza: Pellegrini, già fra gli autori del documentario collettivo La primavera del 2002 - L'Italia protesta, l'Italia si ferma (2002), freme per raccontare dal punto di vista di una manciata di innocenti ragazzi idealisti gli scontri avvenuti solamente un paio di anni prima a Genova; nei risultati però i suoi personaggi sono talmente male impostati da ottenere l’effetto opposto, cioè da ricacciare indietro qualsiasi tentativo di simpatizzare per loro. Non solo nei personaggi e nei dialoghi, comunque, si ritrovano questi metodi grossolani: basti osservare, per esempio, la scena della perquisizione durante la quale la polizia pensa bene di fermare un’auto nel bel mezzo di un curvone della tangenziale, che non ha alcun senso logico. Un merito però Ora o mai più – terzo lungometraggio di Pellegrini – ce l’ha, ed è quello di intercettare “la meglio gioventù” del cinema italiano degli anni seguenti, fra Violante Placido, Elio Germano, Riccardo Scamarcio, Camilla Filippi, Edoardo Gabbriellini e, perché no?, anche Thomas Trabacchi, la cui carriera si impennerà subito dopo; meglio tacere di Francesco Mandelli, ma va segnalata anche la sua presenza. Nel cast compaiono inoltre Paolo Sassanelli, Toni Bertorelli e Lucia Vasini. Mezzo voto in più per il mix di ambizioni civili-generazionali. 3/10.

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