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Ora o mai più

Regia di Lucio Pellegrini vedi scheda film

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La recensione su Ora o mai più

di speedy34
6 stelle

I passaggi dall’adolescenza all’età adulta sono quasi sempre di per sé molto “traumatici”! Se poi ad accelerare questo percorso intervengono esperienze estreme e violente come possono essere state le repressioni, torture fisiche ed umiliazioni inflitte ai ragazzi “rinchiusi” nella Caserma di Bolzaneto durante i tragici eventi del G8 di Genova, il passaggio diventa ancor più netto e definitivo ma anche potente stimolo e forza per una nuova vita “da grande” dalle mille incognite e sconosciute esperienze. E’ quello che accade al protagonista del nuovo film di Lucio Pellegrini “Ora o mai più”: giugno 2001, David è uno studente di Fisica alla Normale di Pisa. Il giorno del suo ultimo esame, incrocia nei corridoi dell’università Viola, una ragazza che gli lascia un volantino e si allontana. Senza pensarci la segue e si ritrova catapultato dentro un’assemblea del collettivo studentesco. Da quel momento la sua vita incomincia a cambiare… un nuovo mondo si apre di fronte ai suoi occhi entrando in contatto con un gruppo di coetanei totalmente diverso da lui e che dividono e proteggono i valori dello stare insieme e dell’impegno politico e sociale. Decidono di occupare una casa dove costituire un centro sociale per prepararsi al grande appuntamento dell’estate: il G8 di Genova. Lucio pellegrini, regista che ci aveva abituato con i suoi due film precedenti (“E allora Mambo”, “Tandem”) a tematiche più leggere e toni ed atmosfere da commedia “americana”, si cimenta questa volta con una storia “classica” di formazione che alternando momenti divertenti a risvolti drammatici prova a raccontare la tragicommedia dell’umana esistenza. Aiutato da un cast di giovani attori naturali e spontanei (Violante Placido, Elio Germano, Edoardo Gabriellini e l’esordiente volto innocente e determinato di Jacopo Bonvicini/David), ricostruzioni di ambienti ed atmosfere appropriate, un ritmo ben sostenuto, ci racconta così il valore ed importanza delle scelte della vita, anche le più insignificanti e casuali, però mai osando decisioni stilistiche o narrative audaci accontentandosi di far naufragare la sua storia nel convenzionale e “già visto” capolinea di un epilogo scontato e fintamente romantico.

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