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Emma sono io

Regia di Francesco Falaschi vedi scheda film

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La recensione su Emma sono io

di speedy34
8 stelle

Ipomania unipolare: stato di eccitazione lieve in cui il malato è iperattivo, contento di sé e di tutto, espansivo, cosciente del suo stato alterato che giudica comunque positivo, spietatamente sincero, aggressivo e iracondo solo se contrariato. Una mania di basso livello, socialmente contenibile che contempla soprattutto il lato euforico, marginalmente quello depressivo. Emma (una divertente Cecilia Dazzi, "Fregoli" sincera e Jim Bugiardo, Bugiardo Carrey in gonnella!) interrompendo, per un casuale disguido, la cura che controlla il suo umore instabile, dà così libero sfogo alla sua vitalità portando una ventata di energia, ma anche molto scompiglio, tra le persone che le stanno vicino. E "se i cimiteri belli le fanno venir voglia di morire" mentre "l'ora del tramonto le fa venir voglia di vivere", è però nella sua irrefrenabile voglia di "impicciarsi" di tutti e tutto, mettendo così in crisi le false certezze degli amici che la circondano (come Marta/Elda Alvigini che si sta per sposare con il "precisino" Daniele/Nicola Siri; l'eterno innamorato di Marta, e viceversa, Carlo/Pier Francesco Favino; il "finto" felice marito Roberto/Marco Giallini ed il "finto" sereno padre Marcello/Luigi Diberti), che Emma trova la sua identità e felicità più compiuta.

Francesco Falaschi, al suo debutto nel lungometraggio con la commedia Emma sono io, costruisce un leggero ed agrodolce girotondo di sentimenti ed emozioni umane seguendo "l'ondeggiante" ritmo dello stato d'animo della sua eroina protagonista: all'inizio pacato, asciutto poi accelera insieme ai suoi eccessi, con alcune pause malinconiche legate al manifestarsi della malattia. Che poi è il "naturale" ritmo di vita di tutti quelli che "hanno picchiato la testa" (riconoscenza personale per la scelta del "mitico" brano della band livornese Ottavio Padiglione per i titoli di coda) ma che in una società "ingabbia ed imprigiona tutti" fanno difficoltà a vivere istintivamente e spontaneamente la propria salutare "pazzia". Allora "Emma siamo tutti noi!" alla faccia delle Madame Bovary o Catherine Deneuve di turno che nelle loro famose e ad effetto dichiarazioni d'identità hanno sintetizzato tormenti e difficoltà di un genere umano alle prese con i lati nascosti (e spesso i migliori) della propria personalità.

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