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Piccole volpi

Regia di William Wyler vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Piccole volpi

di Captain_Mike
9 stelle

Dramma intenso e coinvolgente basato sulla la piece teatrale di grande successo "The little foxes". Siamo nell'America d'inizio secolo, epoca di grandi cambiamenti sia economici che sociali. Gli echi della guerra di secessione non si sono ancora spenti del tutto e le differenze tra il progressista nord e il sud conservatore sono molto forti. È in questo scenario che si consuma l'impietosa vicenda della famiglia Hubbard, aristocratici senza scrupoli, la cui unica ragion di vita è quella di mantenere intatta la loro condizione di privilegiati. I due fratelli Ben e Oscar Hubbard, sono interessati ad entrare nell'industria del cotone e nell'intento di concludere un ricco affare con un industriale di Chicago chiedono alla sorella Regina di diventare loro socia e di fornire loro la somma mancante per l'intero investimento. Regina fiutando l'affare, cerca in tutti i modi di convincere il marito Horace, ricco banchiere da tempo malato, di accettare la proposta dei cognati.

 

 

Un importante affresco sociale, volutamente critico verso certe ideologie e stereotipi ( ma mai cosi vicini al vero) della benestante america sudista. I tre fratelli, nella loro rappresentazione volutamente estremizzata, sono quanto di peggio l'animo umano possa offrire. Sono infatti persone prive di sentimenti veri e sinceri, attaccate al denaro e ciò che esso può offrire, incapaci di intrattenere una qualsiasi relazione sincera che non sia legata agli affari. Affari che, sono e devono essere un beneficio soltanto per chi li fa, a discapito dei lavoratori sottopagati, del territorio, o se questo vuol dire giocare sporco con i tuoi interlocutori. Insomma, il lato oscuro del capitalismo che fu e che continua ad essere, nascosto ora dietro una maschera meno inquietante ("Un giorno perdi, l'altro vinci, ma la gente come noi esisterà sempre" dice Ben alla sorella), l'eterna lotta tra chi detiene il potere e chi cerca di sopravvivere in questo mondo di oppressori. E poi i rapporti umani che vanno a calcare ancor di più il giudizio critico su una cosi bassa concezione della vita umana. Matrimoni di convenienza pieni di disprezzo e frustrazione, come nel caso di Oscar e di sua moglie Birdie, donna schiacciata dal peso delle sue scelte e dal marito violento. Oppure come nel caso di Regina, che non mostra alcun risentimento nel mostrare l'odio più cupo verso un marito che non l'ha riverita o coperta d'oro, non esitando neanche di fronte alla malattia del malcapitato, unico personaggio forse a salvarsi in questa giungla di bestie voraci. Non c'è speranza, non c'è via di redenzione per questo inferno di anime dannate, figure meschine che il regista fa perdere nel vuoto delle loro sontuose ville, creando ancor di più quel senso di distanza e solitudine di cui sono pervase. Una speranza per il mondo che verrà sembra però ancora esserci, e cammina sulle gambe della giovane figlia di Regina, Alexandra, ragazzina di buon cuore e di indole semplice, che grazie alla vicinanza del giovane spasimante David riesce a divincolarsi dal gioco al massacro della sua famiglia.

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