Regia di William Wyler vedi scheda film
Ecco un film perfetto, che appare tale in modo evidente, e che non esito a definire capolavoro. Gli attori sono tutti bravissimi, a cominciare dalla Davis. Le parti di donna malvagia e ambiziosa le sono sempre state a pennello, come pure il biondino antipatico (non so il nome dell'attore) è il perfetto falso, vigliacco, ipocrita, interessato, ecc. Per me comunque resterà sempre il ricattatore della “Donna del ritratto” di Fritz Lang (lì è proprio odioso).
La regia di Wyler è sapiente, precisa, scorrevole, ma non frettolosa. Quando il film inizia sembra - sembra - che non stia succedendo niente; invece è un necessario prologo per presentare i personaggi e la cornice in cui si svilupperà la trama, che non mancherà di forza e tensione. Il grande regista, dirigendo gli attori e scegliendo le inquadrature, sa trasmettere sentimenti e messaggi che sarebbe difficile rendere con molte parole di dialogo (si veda la scena finale, che illustra in pochi secondi la tremenda solitudine e disperazione che si è preparata Bette Davis). La pellicola mette il dito sulla piaga di chi furono i fondatori del capitalismo americano: individui privi di scrupoli, divorati dalla sete di denaro, che fecero uso di inganni e macchinazioni. L'ipocrisia e la falsità, come pure il cinismo dei fratelli è qualcosa di disgustoso. Insomma un capolavoro, che coinvolge e appassiona. La scena del padre che cade sulle scale mentre lei resta immobile è qualcosa di agghiacciante. Sarà per il bianco e nero, sarà per l'inizio “tranquillo”, ma in tv questo film non passa da un sacco di anni. SI vede che i programmatori hanno il terrore che uno cambi canale dopo i primi minuti. Mah.
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