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America, America dove vai?

Regia di Haskell Wexler vedi scheda film

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La recensione su America, America dove vai?

di kikisan
8 stelle

CHICAGO(USA)1968
Un cinico operatore cine-televisivo John Cassellis(Robert Forster),il cui credo professionale è riassunto nella frase"io riprendo solo,non giudico quello che vedo..."è costretto a rivedere le proprie convinzioni dopo aver scoperto che l'emittente televisiva per cui lavora,cede i suoi filmati all'FBI,affinchè quest'ultima possa indagare sulle persone da lui intervistate(sfollati dai Monti Appalachi,esponenti della comunità nera).
Causa di questo cambiamento è soprattutto l'incontro e la conseguente love-story con una giovane vedova di nome Eileen(Verna Bloom)trasferitasi dal West Virginia a Chicago assieme al figlio di 13 anni(Harold Blankenship).
Sullo sfondo e poi protagonista del film,la Convention del Partito Democratico ed i conseguenti violenti disordini avvenuti tra manifestanti pacifisti anti-Vietnam e la polizia di Chicago.
Seminale esempio di docu-fiction;riprese reali vengono alternate ed in seguito mischiate a riprese sceneggiate;le vicende personali del cameraman,si confondono con quelle storiche della turbolenta-e-come al solito piena di contraddizioni,America di fine anni 60.
Il film inizia con una glaciale sequenza di John e del suo inseparabile tecnico del suono Gus(Peter Bonerz);li troviamo a filmare un grave incidente automobilistico,vediamo una donna ferita che chiede soccorso...loro continuano imperterriti con il loro lavoro;solo dopo averlo terminato,si degnano di chiamare un'ambulanza e si allontanano senza nemmeno aspettare il suo arrivo.
Adesso veniamo al pezzo forte del film:le riprese vere dei disordini tra manifestanti e polizia sopracitate(immaginate una specie di G8 genovese,ma senza il morto...).
Il regista ed operatore Haskell Wexler,probabilmente subodorava già da prima l'avvenimento delle violenze,altrimenti non si spiegherebbe la puntualità delle immagini che scorrono.Il pretesto per inserire la fiction nelle riprese vere,lo script lo trova nella scomparsa da casa del figlio di Eileen(che forse mal sopporta il nuovo ruolo di patrigno assunto dal cameraman John).Eileen si ritrova per le vie di Chicago a cercare il figlio mentre i disordini stanno avendo inizio:la vediamo vagare per le strade colme di barricate e blindati delle forze dell'ordine,la vediamo andare controcorrente al flusso della folla dei manifestanti,la distinguiamo perfettamente nel caos delle immagini perchè indossa un vistosissimo ed improbabile abitino giallo corredato da un candido cinturone bianco(potenza della sceneggiatura...).
Wexler sembra voler certificare l'autenticità delle immagini proposte,in quanto ad un certo punto,la polizia fa esplodere un lacrimogeno e si sente chiaramente e volutamente l'esclamazione di un suo collaboratore che dice"Hey Haskell,attenzione...tutto questo è reale".
Il finale è a sorpresa e ci ricorda quello de Il Disprezzo di Godard;ci riporta ironicamente ed amaramente anche all'inizio del film stesso.
Come ultima immagine vediamo Wexler su una specie di impalcatura che gira la cinepresa verso noi spettatori...
Oltre all'aspetto politico,questo film è una pionieristica riflessione sull'uso della tv e le immagini da lei proposte,sul ruolo del cameraman(la sua etica,il suo idealismo,la sua responsabilità nei confronti di chi è ripreso e di chi sta guardando);su questo si potrebbero fare paralleli con Blow Up di Antonioni(la fotografia) ed anche con La conversazione di Coppola(le intercettazioni audio).
Il titolo originale è Medium Cool che si potrebbe tradurre"mezzo freddo"oppure lasciare anche"medium freddo";per Wexler,il mezzo televisivo è troppo freddo, perde la sua umanità in ricerca di sensazionalismo.  
Chi conosce Oliver Stone non può esimersi dal riconoscere l'influenza che questo film debba avere avuto nelle opere di questo regista(Salvador e non solo).
Haskell Wexler è soprattutto noto per essere un grandissmo direttore della fotografia:ha vinto 2 Oscar(Chi ha paura di Virginia Woolf,Questa terra è la mia terra),ha ripreso Qualcuno volò sul nido del cuculo.
Ultimamente ha girato solo documentari;rimane però il direttore della fotografia del più indipendente dei cineasti statunitensi:John Sayles(Matewan,Il segreto dell'isola di Roan,Limbo,Silver City).

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