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Perfect Days

Regia di Wim Wenders vedi scheda film

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George Smiley

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La recensione su Perfect Days

di George Smiley
10 stelle

Wim Wenders torna al cinema con un film e lo fa come meglio non si potrebbe, raccontandoci la vita di un apparentemente modesto addetto alle pulizie dei bagni pubblici di Tokyo, nella cui quotidianità dimessa e ripetitiva si cela la ricerca di un equilibrio foriero di calma e profonda serenità interiore. Hirayama è un personaggio mite e silenzioso, diligentemente e doverosamente dedito al lavoro, appassionatamente impegnato nei suoi hobbies e legato ad una routine dall'accogliente metodicità, un insieme di regole di comportamento minimali che gli permettono di mantenere la disciplina interiore e mettere ordine ad un'esistenza altrimenti caotica e volatile. Il regista immerge lo spettatore nelle immagini ipnotiche di una Tokyo in continuo movimento intorno al protagonista, il quale è simile ad una roccia battuta dalle acque di un torrente, immobile e salda a dispetto della corrente, o ai rami di un albero piegati dal vento che tornano prontamente al loro posto finita la folata. La sua anacronistica ritualità giornaliera ha qualcosa di poetico e significativo, le occasionali variazioni che gli scompaginano i piani a volte in negativo e a volte in positivo diventano delle gradite improvvisazioni in uno spartito comunque armonico e suadente, il riguardo che mostra verso chi gli sta intorno pur nella sua ostinata taciturnità non lo fa sembrare affatto un personaggio arido e distaccato come si potrebbe pensare a prima vista, gli elementi del suo passato che vengono appena suggeriti bastano a far comprendere che la sua è una scelta di vita ben precisa e non una situazione subita passivamente. In un mondo troppo veloce e in un'epoca estremamente instabile come la nostra, in cui vi è la tendenza a demonizzare la routine e ad esaltare il cambiamento continuo, un film del genere ci porta a riconsiderare le nostre convinzioni e ci fa capire che una vita priva di punti di riferimento, di semplici regole e di confortevoli riti quotidiani non porta alla felicità, non dà di per sè significato alla nostra esistenza e non ci renderà persone migliori. Da applausi la regia ispirata di Wim Wenders e l'interpretazione gigantesca di Koji Yakusho.

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