Regia di Jacques Audiard vedi scheda film
Un film che mi è rimasto nel cuore, a livello emozionale proprio: da donna a donna, lei meravigliosa, eccezionale interpretazione! E come rende bene il cambiamento, la mutazione, del suo personaggio! Conturbante, intrigante lui E alla fine si tifa per loro Gran film davvero! 5* Una sorta di melò moderno: un po'di suspense, un po' di dramma...
...un po’ di sentimento!
Emmanuel Devos, è straordinaria!
E lui, e che lui! (a cui presta il volto un mai così appropriato Vincent Cassel in una delle sue rare buone interpretazioni) le va appresso; e alla fine, pure dietro! J
Dicevo... straordinaria la maniera in cui la delicata, eppure così determinata, poi affilata, Emmanuel Devos... riesce a rendere percettibile, anzi, che dico, riconoscibile, empatico... l’introspettivo cambiamento, una sorta di mutazione davvero quella che travolge il suo personaggio: da timida ed introversa impiegata, sottoposta e malpagata... in questo ufficio dove, per via di una disabilità, detta alla maniera più elegante e forbita, quella medica, “ipoacusia”, o meglio, anzi peggio, la più grave forma, detta “cofosi”... viene costantemente emarginata in quell’ambiente che è anche tutto il suo ambito sociale (è completamente sorda; ma non è il solo motivo questo).
Il quale ambito, non si può neanche additare come maschilista, dato che viene puntualmente bistrattata anche dalle altre colleghe donne in maniera così meschina e per lei avvilente; questa donna, da insospettabile disabile, si ritroverà a divenir la pupa del classico “gangster da strapazzo”, anzi, “per caso”...
Così, come per magia, si sentirà prima rapita, poi ammaliata, proprio da lui, burbero e sempre inadeguato, inutile fardello di impiegato factotum a carico di lei, questo “essere”, quasi non fosse nemmeno una persona, al guardo altrui... così leale e disponibile invece, ma altrettanto sola ed affamata di vita; quella stessa vita che sente ormai di non aver mai vissuto ma solo subito.
E che adesso vede in lui, quello stesso individuo scontroso e rude, la sua possibilità di riscatto!
Colpa, o grazie, a quel proverbiale fascino machista che possiedono certe “canaglie” che tanto piacciono a noi donne (vere femmine: Principessa Leila Docet), quel poco di buono, quell’avanzo di galera, a cui nessuno pare voglia dare una chance (e infatti lo scaricano a lei, la “discarica del personale”).
Proprio lui, quel tipo “così poco raccomandabile” sarà capace di generare in quella donna abbandonata a se stessa, l’innata caparbietà necessaria a cambiare il suo destino: dopo l’iniziale attrattiva fisica... così preponderante, su di lei poi, che non l’ha mai nemmeno assaggiata la carne... le riuscirà finalmente di imporsi non solo sul suo piccolo mondo, l’ufficio – universo, ma pure su quello stesso strano e pericoloso individuo, addirittura a livello sentimentale!
E sarà proprio il suo “superpotere”, quella capacità quasi innata in un audioleso, di leggere sullealtrui, da cui ora più non dipende, e “sulle sue labbra”... le stesse da cui ora pende.
Un film dal sapore dolce amaro che, specie ad una donna, resta attaccato addosso come... come il sugo alla pentola: indimenticabile! Bellissimo!
Dai, cinque stelle pure qui! Anche grazie all’ottima sceneggiatura da noir/melò ben congeniata e sviluppata in maniera curata e, innanzitutto, credibile... e che ci rapisce fin dalle prime battute “sorde”, mute... fino a farci anche sognare un pochino
peccato non esistano altre foto di scena, perchè merita davvero quest'opera troppo ignorata in tv!
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