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Un colpo di fortuna

Regia di Woody Allen vedi scheda film

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Gangs 87

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La recensione su Un colpo di fortuna

di Gangs 87
6 stelle

Fanny è sposata con Jean. Il loro è un matrimonio apparentemente perfetto, è arricchito da una carriera nei loro rispettivi lavori e una vita agiata in una zona in di Parigi. Quando Fanny incontra Alain, ex compagno di scuola, e inizia a frequentarlo metterà in dubbio non solo il suo rapporto con Jean ma anche la sua felicità.

 

L’ultima pellicola di Woody Allen è il connubio perfetto tra alcune delle caratteristiche più allettanti delle migliori pellicole del regista (come la suggestiva ambientazione esaltata dalla piacevole fotografia e l’attrattiva della storia coinvolgente per tutta la durata della pellicola) e gli irritanti difetti che accomunano i suoi ultimi lavori (come l’incapacità empatica dei protagonisti o piuttosto l’alquanto discutibile montaggio).

 

È indubbio però che questo suo ultimo film possiede uno spirito di attrazione e coinvolgimento che mancava in alcune delle ultime pellicole del regista. In sottofondo sempre l’amore, uno scrittore squattrinato, presenza costante nelle pellicole di Allen che altro non è se non il suo alter ego, e il mistero, con un risvolto stavolta non prevedibile e per questo più allettante.

 

Interessante anche la scelta di utilizzare esclusivamente attori francesi, sconosciuti ai più (nonostante sia tutti molto attivi, cinematograficamente parlando, nel loro paese); in particolar modo il triangolo lei, lui, l’altro, composto rispettivamente da Lou de Laâge, Melvil Poupaud e Niels Schneider che con la loro naturalezza riescono a rendere il tutto più credibile anche se mancano di quell’empatia necessaria a scavare nel profondo dei sentimenti umani, garantendo una superficialità emotiva ostacolante per il coinvolgimento totale nella visione.

 

Anche “l’errato” montaggio accennato sopra influisce negativamente sull’impatto trascinante della pellicola e la brusca interruzione di una scena, a volte anche visibilmente piacevole con il giusto accompagnamento musicale, distoglie la visione privandola dell’attenzione conquistata che ogni volta sembra azzerarsi e ricominciare da capo, sequenza dopo sequenza.

 

Una cosa però c’è da dirla: come racconta Parigi Woody Allen nessuno mai.

 

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