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Una vita violenta

Regia di Paolo Heusch, Brunello Rondi vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Una vita violenta

di sasso67
6 stelle

L'adattamento del capolavoro di Pasolini (uscito da tante mani: quelle di Ennio De Concini, Franco Brusati, Franco Solinas, Sergio Citti e dei due registi) sfronda inevitabilmente alcuni aspetti fondamentali del romanzo, come la presenza, marginale, ma narrativamente importante della famiglia del protagonista. Così come mancano alcune scene fondamentali, come l'irruzione e la retata della polizia nella borgata delle baracche di Pietralata - Montesacro. Il film è comunque ben girato, ben fotografato e con un Franco Citti al posto giusto, insieme a tanti altri attori e personaggi che sembrano arrivare direttamente da "Accattone" (1961), il film d'esordio di Pasolini. E proprio questo, purtroppo, costituisce il difetto fondamentale del film. Come, infatti fece acutamente rilevare all'epoca Ercole Patti, «il film [...] non riesce ad evitare l'impressione di una cosa arrivata in ritardo [...] Un'altra considerazione [...] è che questo genere di storie romanesche parlate con quel linguaggio turgido e greve [...] se non sono toccate dalla mano di un poeta, rivelano subito la loro inutile grevezza». A riprova di quest'ultima affermazione, basti rilevare la differenza delle scelte della colonna sonora: ai passaggi tragici, sottolineati in "Accattone" dall'"Adagio" di Albinoni, risponde qui la musica di Piero Piccioni. (16 maggio 2008)

Sulla trama

Il giovane borgataro romano Tommaso Puzzilli vive, insieme a un gruppetto di amici imbevuti di un'assurda venerazione per Mussolini, di espedienti e di atti di criminalità piccoli e grandi. L'amore per una brava ragazza lo indirizzerà sulla buona strada. Finito, però, in carcere per avere accoltellato un uomo, Tommaso tenterà finalmente di rigare diritto, ma l'insorgere della tubercolosi lo farà finire in sanatorio. Proprio là dentro si costruisce una consapevole coscienza politica, ma, appena uscito, dall'ospedale, un gesto di generosità lo condanna a una morte precoce.

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