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Cerrar los ojos

Regia di Victor Erice vedi scheda film

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La recensione su Cerrar los ojos

di port cros
8 stelle

76° FESTIVAL DI CANNES 2023 – CANNES PREMIERES

 

Un anziano ebreo spagnolo che nel dopoguerra vive in un castello alle porte di Parigi chiamato “Triste-le-roi” chiama un vecchio amico alla ricerca della figlia che non vede da anni, residente a Shanghai con la madre.

Poi una voce narrante ci fa capire che abbiamo assistito alla scena di un film e che l'attore  Julio Arenas è scomparso durante le riprese ormai oltre due decenni fa. Un programma televisivo che si occupa di casi e misteri irrisolti contatta per un’intervista Miguel Garay, regista di quella pellicola che non venne mai terminata. Miguel intraprende allora una sua ricerca personale su Arenas, che era anche il suo migliore amico, recuperando il materiale girato affidato all'amico montatore Max e riallacciando i contatti con la figlia dello scomparso e con una vecchia fiamma in comune. Mille dubbi e ipotesi pendono ancora sulle circostanze della scomparsa, mai chiarite: suicidio? omicidio? allontanamento volontario? Dalla ricerca di Miguel riemergono anche ricordi e traumi della propria esistenza, come la morte prematura del figlio , un arresto da giovani per motivi politici e l’abbandono della carriera di regista, preferendole quella di scrittore e sceneggiatore.

 

Víctor Erice torna dopo decenni al lungometraggio con un'opera sull’importanza della memoria e sul cinema come veicolo di ricordi: la scena finale del vecchio film che vede un personaggio riacquistare la memoria sul proprio passato viene proiettata per riattivare i ricordi dell'uomo che forse potrebbe essere Arenas.

Un film lungo, tortuoso e maestoso, che si prende tutto o suoi tempi per indagare insieme al suo protagonista Miguel Garay.

Un'opera venata di nostalgia, cinefila e non: il vecchio cinema di paese riaperto per l’esperimento, le casse con le vecchie bobine e oggetti di scena, la foto della ragazzina cinese, il romanzo con dedica che salta fuori su una bancarella .

Anche una riflessione sulla vecchiaia da affrontare “senza timore e senza speranza”.

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