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Requiescant

Regia di Lee W. Beaver (Carlo Lizzani) vedi scheda film

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La recensione su Requiescant

di giurista81
8 stelle

Spaghetti-western non perfettamente riuscito causa una parte centrale fin troppo lenta (quella relativa alla ricerca da parte di Requiescant della sua sorellastra) e soprattutto di alcuni sviluppi narrativi poco comprensibili (a esempio la volontà del personaggio interpretato da Damon di far giustiziare Requiescant proprio quando aveva trovato il modo di toglierselo di torno, perché questo interessava al nobile aristrocratico e invece d'improvviso fa di tutto per complicarsi la vita facendo rapire e uccidere la ragazza del protagonista), Al di là di quanto accennato, si segnalano due caratterizzazioni maiuscole: da una parte un pistolero atipico (Requiescant, così denominato perché a ogni omicidio prega per le sue vittime), ingenuo e col volto da bambino e il classico temperamento da succube (non si capisce come faccia a sparare da cecchino non appena gli capita una pistola in mano), dall'altro un misogeno (interpretato da Damon) con una vena di omossessualità latente che vive in un delirio di potenza tale da teorizzare la schiavitù come migliore forma di vita per coloro che non sono aristocratici.

Ed è proprio su quest'ultimo concetto che ruota il soggetto. Lizzani e i suoi sceneggiatori parlano di libertà ("solo un uomo libero è un vero uomo") e di guerra (assai aspro il commento finale di Pasolini), per mezzo di una sceneggiatura che ha dei momenti (sia per i dialoghi, sia per le sequenze) da grande western.

Alto anche il tasso di violenza, con passaggi davvero brutali (il bambino che, a inizio film, riceve in PP una pistolettata in testa; la donna morta impiccata).

Memorabili varie sequenze, su tutte un inedito duello in cui i due contendenti si passano un cappio al collo e salgono su una sedia, chi spara dovrà mirare alle gambe di quest'ultima e fare in modo che l'avversario muoia impiccato. Si segnala anche il gioco tra Damon e Castel che sparano a bersagli fissi bevendo colpo dopo colpo dei liquori (sarà riproposto qualcosa del genere in "Il mio nome è Nessuno") e l'assalto (assai spettacolare e ben messo in scena) a colpi di dinamite condotto da Damon ai danni di un Castel rintanato in una struttura diroccata e costretto a girare in mezzo alle lingue di fuoco per poi rannicchiarsi dentro una campana.

Bellissimo e originale l'epilogo, con un monologo di Damon sulla libertà e con Castel che gli impedisce di suicidarsi sparandogli alle braccia perché non vuol dare la soddisfazione all'avversario di non essere disonorato.

Immenso Damon con un'interpretazione diabolica. Quieto e sotto tono (ma erano queste le caratteristiche del suo personaggio) Castel.

Pasolini, pur avendo dei dialoghi maiuscoli, offre un'interpretazione piuttosto anonima. Bravi Ferruccio Viotti e la carinissima Barbara Frey.

Fotografia e colonna sonora non tra le migliori.

In definitiva siamo alla prese con un film che potremmo definire come l'antenato del tortilla western nel senso che, come tematica ed epilogo (Requiescant si porrà alla guida di un gruppo di peones che teorizzano la libertà come valore da conquistare), si pone come antesignano di questo sottogenere. Qualche basso, moltissimi alti vertiginosi. Voto: 8=

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