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Ragazzaccio

Regia di Paolo Ruffini vedi scheda film

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La recensione su Ragazzaccio

di mm40
3 stelle

Marzo 2020: la pandemia di covid-19 sta dilagando e, parallelamente al lockdown, comincia la didattica a distanza per la scuola. Cambia tutto per gli studenti, tranne una cosa: il bullismo, che continua a imperversare seppure con nuovi metodi e strategie. Il diciottenne Mattia, tra una bravata e l'altra, perseguita un compagno di classe disabile. Quando il padre di Mattia, infermiere, prende il virus in maniera severa, per il ragazzo comincia un profondo esame di coscienza.


Nobili gli intenti, mediocre il risultato: Ragazzaccio è la sesta regia di Paolo Ruffini, ormai distante dagli esordi nella commedia più sguaiata e priva di contenuti (Fuga di cervelli, Tutto molto bello) e indirizzato verso un cinema, sì, leggero, ma dall'impostazione civile, capace di generare riflessioni sulla società contemporanea. Come nei (bei) documentari Up & down – Un film normale (2018) e Resilienza (2015), Ruffini ci parla delle giovani generazioni e di disabilità, ma con un approccio privo di giudizi a priori e tentando di inquadrare le problematiche trattate – in Ragazzaccio il fulcro è il bullismo scolastico – dal basso, dal punto di vista dei protagonisti. È così che il simpatico protagonista Mattia pian piano rivela la sua natura borderline che sfocia in veri e propri atti di bullismo nei confronti di un compagno di scuola disabile; la prospettiva cambia e, per quanto lo spettatore si sia ormai affezionato a Mattia, solo il suo ravvedimento finale può restituircelo moralmente integro. Fin qui benissimo; i problemi cominciano quando si vanno a vedere nel dettaglio la messa in scena (claudicante) oppure la costruzione dei dialoghi (affannosa lei, spesso fasulli loro) o ancora le recitazioni degli interpreti più giovani e meno esperti. Questo per gli evidenti limiti di Ruffini come regista e come sceneggiatore, che vanno comunque rilevati nonostante le citate eccellenti intenzioni. Anche l'idea di parlare del lockdown del 2020 a così breve distanza dai traumatici fatti, forse, è arrivata sullo schermo un po' troppo in fretta: il lutto – in tutti i sensi, purtroppo – è ancora ben lontano dall'essere elaborato nel 2022 in cui questa pellicola esce. Nel cast i nomi principali sono quelli di Massimo Ghini, Sabrina Impacciatore, Giuseppe Fiorello e Alessandro Bisegna (Mattia). 3,5/10.

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