Regia di Ti West vedi scheda film
1918. In una fattoria del Texas vive Pearl. La giovane mal sopporta la quotidianità agreste; sogna di diventare ballerina e lasciarsi alle spalle un'esistenza resa difficile dalle vessazioni di una madre estremamente severa, del dovere di assistere il padre, completamente paralizzato, e dall'assenza del marito Howard, soldato in Europa. Pearl è decisa a non fermarsi di fronte a nulla; appreso dell'organizzazione di un'audizione si prepara e vi partecipa, non nuocendo a ciò il suo carattere border-line, il quale le fa compiere atti di crudele violenza. Ma le cose non vanno come lei desidera. Diretto dal regista Ti West contemporaneamente al film "X - A Sexy Horror Story", e prequel dello stesso, "Pearl" racconta la storia della protagonista, spiegando cosa vi sia all'origine della morbosa sensualità e crudeltà della donna, che in "X" è una anziana, benchè vigorosa, ultraottantennte. Il film, dal ritmo piuttosto lento, descrive un particolare contesto sociale ed un personaggio che ne è vittima ... e deve sopravvivergli. La provincia americana nel 1918 è parzialmente spopolata in quanto molti uomini sono, come Howard, in Europa a combattere contro l'Impero Tedesco. La guerra si combatte anche in casa, in quanto le famiglie di origine germanica sono emarginate. Anche Pearl condivide tali radici; la madre l'invita pertanto a tenere un "basso profilo". Inoltre, imperversa l'epidemia di influenza spagnola, la cui diffusione è contrastata con misure di distanziamento sociale. Sotto una patina di buonismo, solidarietà, buone maniere si agitano pulsioni irrazionali, gelosie, gravissime incomprensioni. Tutto ciò ha un effetto deleterio sulla fragile mente di Pearl, la quale alterna momenti di speranzosa gioia ad altri di lucida follìa, coincidenti con atti di violenza dapprima contro animali, poi contro le persone che ella accusa - e non a torto - di non averla capita, rispettata, o comunque averle recato danno. La madre di Pearl gestisce con mano di ferro fattoria e famiglia, un tutt'uno, dal suo punto di vista; un'intensa sofferenza - espressa in uno scontro verbale con la figlia - causata dall'aver dovuto rinunciare ad essere "moglie" a causa della paralisi del marito non l'aiuta a "tendere la mano" a Pearl, per la quale prevede ed augura la medesima triste sorte. L'assoluta sfiducia, incomprensione, disgusto per i desideri di Pearl costituiscono la sua condanna a morte. Il papà si esprime esclusivamente con sguardi, tra il dispiaciuto ed il terrorizzato; pur non volontariamente, è responsabile della difficile situazione familiare di Pearl. Altro corresponsabile è l'assente, Howard. Dall'Europa, il giovane marito invia lettere appassionate a Pearl, la quale ammette di non averlo, in realtà, mai amato. Il matrimonio ha rappresentato per lei una possibile via di fuga da quella vita che odia; ma l'uomo, per avendo avuto possibilità di andare altrove, portando con sè Pearl, ha scelto di rimanere all'interno dell'azienda agricola di famiglia. L'epilogo del film mostra il ritorno di Howard dall'Europa. Pearl, sfogati odio e delusione sulle persone a lei più vicine, allestisce una macabra parodia di "famiglia felice" intorno al tavolo da pranzo, posizionando i cadaveri deturpati dei genitori di fronte ad un maialino arrosto, dono rifiutato dalla madre ed ormai putrefatto. Impossibile non cogliere il significato simbolico della scena, nella quale non sono presenti le altre due persone assassinate da Pearl, la più giovane e benestante cognata, che le ha "rubato" la parte trionfando nel casting, ostentando poi compatimento per la protagonista, ed un proiezionista "colpevole" di averne stimolato la sensualità, tuttavia, per suo spiccio tornaconto. Le illusioni di Pearl affondano dunque in un mare di sangue e marciume. Bravissima Mia Goth nel ruolo della protagonista; il suo volto, a volte radioso, a volte crudele, rende evidente la bipolarità che la contraddistingue. Lo "studio" sul personaggio è notevole. Il suo essere, caratterizzato da legittime aspirazioni benchè attraversato da una vena di follìa, reagisce al male ricevuto, causa contesto sociale sfavorevole o azioni di singoli, assorbendolo; quando ne è colmo, lo restituisce tutto insieme. I titoli di testa e coda sono resi con uno stile retrò; la solarità dei paesaggi, l'idilliaca rappresentazione degli ambienti, la colonna sonora leggera, sono volutamente in contrasto con tematiche ed idee sviluppate nel racconto, tra le quali merita di essere sottolineata l'emergenza legata al diffondersi dell'influenza spagnola, con ovvi riferimenti alla pandemia Covid. La tensione è alta; sin da inizio film, comprendiamo che la violenza può esplodere all'improvviso, anche senza motivo. Pertanto, ne rimaniamo in attesa; la temiamo. Ed ella giunge, puntuale, sgradevole ma anche catartica. Pearl non può trionfare, ma è in grado di difendersi con determinazione.
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