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Notte fantasma

Regia di Fulvio Risuleo vedi scheda film

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Andreotti_Ciro

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La recensione su Notte fantasma

di Andreotti_Ciro
5 stelle

Una sera il diciassettenne Tarek si reca in un parco cittadino alla ricerca di fumo. Dopo averlo acquistato e lungo la strada che lo riporta a casa, viene fermato da un uomo che con fare minaccioso lo perquisisce e gli mostra un distintivo dicendo d’essere un poliziotto in borghese. Per Tarek inizia una notte piena d’incontri nella quale si sente ostaggio di una situazione che da un momento all’altro può volgere al peggio.

 

Ennesima rivisitazione di una trama a tema notturno, dove quel che avviene alla luce del giorno al contrario la notte può risultare sovvertito, perché di notte la città si svuota e spesso chi la popola si guarda bene dal mostrarsi nelle ore diurne. Partendo da questi pochi accorgimenti, già cavalcati negli anni ‘80 dai successi di John Landis, con Tutto in una notte e Martin Scorsese inFuori Orario, prende il via il terzo lungometraggio del Romano Fulvio Risuleo che dopo Guarda in alto, premiato dalla critica al Festival di Cannes, e il Colpo del Cane, aggiunge una terza perla altrettanto visionaria alla propria filmografia, offrendo ancora una volta a Edoardo Pesce il ruolo di protagonista. Vestendolo dei panni di un poliziotto sui generis che solca la notte Romana accompagnato da un diciassettenne, il diciannovenne Yothin Clavenzani, Italiano di origini cambogiane, che riesce a restituire il pathos di chi non capisce se sia stato tratto in arresto o meno.

 

La pellicola però nonostante sia nata sotto i migliori auspici e idee non ha il medesimo appeal dei film precedenti di Risuleo, nonostante la presenza di Pesce che non manca di unire alla propria fisicità l’ennesima prova sfaccettata fatta di cambi d’umore, necessariper sottolineare l’evidente stato confusione del personaggio, e di colpi di scena. Si giunge a conclusione non senza aver simpatizzato per il poliziotto e con una grande condivisione anche sulle sorti del giovane Tarek, ma con la sensazione di non aver capito appieno cosa ci volesse descrivere il regista.

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