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Clerks III

Regia di Kevin Smith vedi scheda film

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La recensione su Clerks III

di mm40
6 stelle

Come se la cavano gli eterni commessi Dante e Randall nel 2022? A quasi trent'anni dal loro ingresso nel mondo del lavoro, le cose non sembrano molto diverse; sono però cambiati loro, fisicamente, tanto che un giorno Randall viene sorpreso da un infarto. Salvato per il rotto della cuffia, Randall decide di voler diventare un regista per raccontare la storia della sua vita. Che è, ovviamente, anche quella di Dante.


Clerks (1994), Clerks II (2006), Clerks III (2022): come tempistiche è una trilogia piuttosto strana; come contenuti e come differenze di qualità dei tre lavori, persino di più. Se il primo era il classico romanzo di formazione, l'opera prima di un giovane regista (Kevin Smith, classe 1970, aveva all'epoca 24 anni) realizzata su base autobiografica e con pochissimi soldi, il secondo era invece un film destinato alla sala, con budget medioalto e una storia puramente di fantasia che tentava in buona sostanza di ripercorrere e ampliare le vie del primo capitolo; questo terzo episodio, però, fa un passo indietro dal punto di vista della ricerca dell'assurdo, dell'eccesso e persino del comico, per tornare sul binario dell'autobiografismo con una nota profondamente malinconica che, alla fine dei conti, ci sta pure bene. Innanzitutto di Clerks III colpisce la scelta di rigirare in bianco e nero e in maniera calligrafica alcune scene del primo film, di quasi 30 anni prima, ma con gli stessi identici interpreti, comparse incluse: e se ciò non vi basta, Smith ha persino incluso dei campi/controcampi 'apocrifi', appositamente realizzati per questa pellicola, debitamente colorati per evidenziarne la natura originale. Maniacalmente masturbatorio, sì, ma senza dubbio fatto con il cuore – è pur sempre una storia di infarti... come quella reale del regista, d'altronde – e con una rilevante coscienza dei propri mezzi, cosa che non si poteva certo chiedere allo Smith del 1994. Tornano perciò in scena Jeff Anderson, Brian O'Halloran, Jason Mewes, Marylin Ghigliotti, nonché Rosario Dawson e Trevor Fehrman (da Clerks II) e naturalmente lo stesso Kevin Smith nei leggendari panni di Silent Bob, che per una volta ha due battute e non una nello stesso film: ma la seconda è... la ripetizione della primissima battuta del '94 nel relativo 'remake'. A impreziosire il cast compaiono poi in altrettanti camei Danny Trejo, Ben Affleck e Sarah Michelle Gellar, con la solita figlia del regista (Harley Quinn Smith) ficcata a forza in un ruolino che non serve a niente, nel finale. Al netto di una storia non troppo solida e di un impianto, come rilevato, completamente autoreferenziale e pertanto di non semplice fruibilità per lo spettatore che non avesse visto i precedenti capitoli della saga, si ride; e soprattutto si fa il punto sul trascorrere inesorabile del tempo: ben fatto. 6/10.

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