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Barbarian

Regia di Zach Cregger vedi scheda film

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La recensione su Barbarian

di Gangs 87
5 stelle

Quartiere ai margini di Detroit, una casa presa in affitto su Airbnb, uno sconosciuto che già la occupa, il buio della sera, la pioggia battente, lo spaesamento di chi affronta una situazione imprevista… troppi elementi? Direi di no. Anzi! Il modo in cui inizialmente vengono concatenati da Zach Cregger è anche piuttosto interessante tanto che, quando i protagonisti finiscono nelle braccia di morfeo e la casa si anima di strane presenze poco discrete, ho acceso la luce del salone in cui si stava svolgendo la visione, dimostrazione che, pur essendo io poco impressionabile e pur utilizzando Cregger gli elementi più scontati per una pellicola horror, lo stava facendo nel modo giusto; e continua a farlo almeno per tutta la prima parte della messa in scena, che si conclude con un primo piano (poco fotogenico) della creatura misteriosa che fa sì sobbalzare ma al contempo fa anche corrucciare la fronte con quella incredulità mista a dispiacere.

 

Mentre lo spettatore ancora fa i conti con la creatura dalle fattezze poco inquietanti che prova (poveretta!) a terrorizzare i protagonisti, il regista decide di confondere ulteriormente le idee improvvisando un cambio di scena che non solo stacca la tensione fin li magistralmente costruita (e forse è la sola cosa che effettivamente potrei ancora capire) ma si inerpica in un racconto parallelo che non ha nemmeno l’anticamera di suspense di quello precedente, creando così una parabola narrativa discendente che allenta l’attenzione dello spettatore che si trova annoiato a mezzora o poco più di svolgimento; unendo alla noia la rabbia di qualcosa che fino a qualche minuto fa invece gli stava piacendo eccome.

 

Ed è proprio quando credi che ormai tutto sia perduto, ti accorgi che al peggio non c’è mai fine, altro stacco di scena, altra interruzione di suspense che almeno stavolta non c’era, e altro filone narrativo parallelo che pur convergendo comunque nel finale (così come quello di cui sopra) che accomuna personaggi e situazioni sembra montato lì a caso, senza una logica, confermando che (forse) il vero problema della pellicola d’esordio di Zach Cregger sta proprio in un montaggio confusionario e non coerente con la storia che racconta.La scelta di scoprire le carte nella prima parte della pellicola per quanto apprezzabile nella sua volontà di differenziarsi dalle pellicole horror che l’hanno preceduta, finisce per diventare una zavorra per l’ambientazione e per il conseguente coinvolgimento che si spegne dopo il primo cambio di scena e non si riaccende più.

 

Buona la fotografia capace di esaltare i colori primari che caratterizzano le atmosfere, è proprio grazie al cambio di luce che una situazione diventa più o meno inquietante rispetto ad un’altra, e altrettanto buona la scelta del cast Georgina Campbell e Bill Skarsgård su tutti che pur assecondando le assurdità che coinvolgono i protagonisti sono capaci, almeno in parte, di rendere le cose più credibili e non assolutamente assurde. Non buona la prima, speriamo nella seconda!

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