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Amsterdam

Regia di David O. Russell vedi scheda film

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La recensione su Amsterdam

di Gangs 87
5 stelle

Il medico Burt Berendsen, il suo avvocato Harold Woodsman e l’infermiera Valerie, reduci di quella guerra che li ha fatti incontrare, assistono ad un omicidio del quale poi verranno accusati. Alla ricerca dei veri colpevoli, scopriranno uno dei più scioccanti complotti della storia americana.

 

Avvalendosi, ancora, di un cast di attori pomposi, pensate che tra le comparse ci sono Robert De Niro, Michael Shannon e Rami Malek, David O. Russell prova a buttarci fumo negli occhi per mascherare le pecche, piuttosto evidenti, della sua ultima fatica.

 

Pecca principale la sceneggiatura. Composta dalle numerose storie che coinvolgono i protagonisti e non con tutti i personaggi che gli ruotano intorno, la scrittura della sceneggiatura è densa di situazioni, a volte anche marginali, e conseguenti dialoghi che rasentano l’assurdo. Mentre la prima parte è necessariamente esplicativa ma troppo lunga, la seconda, che volge verso il finale, è vittima di un’accelerazione necessaria, considerando la pesantezza e la lunghezza della prima parte, ma penalizzante per la narrazione che oltre ad essere petulante e intrugliata, diventa anche irritante.

 

Come dicevamo, non basta il corposo cast di attori capaci: Christian Bale sempre sul pezzo, capace e coinvolgente nel ruolo del medico Burt Berendsen, umiliato e vessato dalla famiglia della donna che ha sposato ma pieno di buoni propositi e dignità nascosta; Margot Robbie nei panni dell’eccentrica infermiera Valerie dalla doppia identità nascosta, sempre bellissima ma pur sempre più brava che bella (quindi fate un pochino i conti voi) e John David Washington il nero avvocato Harold Woodman, l’unico forse a non spiccare per maestria, ma come avrebbe potuto considerando i due colleghi che lo affiancano?, ma che per tutto il tempo sembra essere in parte, con piacere.

 

Poi c’è questa Amsterdam, città mai visibile che diventa il rifugio dei tre amici latitanti, un luogo che sembra esistere più nella loro testa che nella realtà, posto che O. Russell decide dilimitare ad una condivisa in cui i sogni non vengono mai infranti dalla realtà, almeno fin quando questa non bussa alla porta con le sue impellenze.

Infine, non meno importante, anche se O. Russell decide di nasconderlo cosìin fondo che poi quando si accorge che è arrivato il momento di portarlo alla luce fatica egli stesso a mostrarlo e spiegarlo allo spettatore, il complotto della società dei cinque storicamente troppo importante e strutturato per essere trattato in modo così approssimativo a favore di dialoghi e situazioni anche tralasciabili.

 

Amsterdam è un film pretenzioso che non sfrutta a dovere gli strumenti che ha a disposizione, fatto salvo per la fotografia bellissima, così come anche l’ambientazione e i costumi utilizzati. L’essere impeccabili a livello visivo però non garantisce allo spettatore una visione che non sia noiosa, come accada con questa pellicola ben presto.

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