Regia di Rodrigo Sorogoyen vedi scheda film
Superbo e avvincente racconto dell'incontro-scontro tra due soggetti ideologicamente troppo lontani ma geograficamente troppo vicini. Sorogoyen ha portato in scena una storia esemplare ma lo ha fatto in maniera assolutamente magistrale. VOTO: 10
Rodrigo Sorogoyen, quarantenne regista spagnolo, giunge con “As bestas“ al suo sesto lungometraggio e dimostra che oltre al talento di cui aveva già dato ampiamente prova, ha raggiunto una maturità artistico-tecnica degna di un veterano con ben più primavere dietro le spalle. Siamo di fronte a un piccolo gioiellino di film nel quale l'autore spiazza lo spettatore sin dalla prima scena, mostrandogli non la genesi di quello che sarà il conflitto centrale alla base della narrazione, ma piuttosto un conflitto già in fase irreversibilmente avanzata. Vediamo il Francese Antoine che si è già scontrato con alcuni suoi compaesani in un remoto paesino di campagna nell'interiore della Galizia, Spagna settentrionale.Dall'altro lato della barricata troviamo il bellicoso e temuto Xan e suo fratello Loren. Due scene di numero e senza sapere niente della storia abbiamo già visto Xan che sputa veleno mentre gioca a domino al bar e Antoine che lavora sodo. Poi, senza preavviso, iniziano le prime (per lo spettatore) schermaglie. Non è questa certo la prima pellicola in cui si parla di conflitti tra vicini. È una storia fin troppo nota (e realistica), i cui dettagli francamente contano poco ma il cui nucleo è così riassumibile: due individui o gruppi mossi da principi praticamente agli antipodi e costretti ad entrare in conflitto diretto su una questione X giacché le parti rappresentate sono irreversibilmente legate allo stesso spazio e dove il dialogo costruttivo è praticamente impossibile a causa dell'abisso che separa i due punti di vista. E quando un conflitto personale non può essere risolto finisce con l'incancrenirsi portando a terribili escalation dai risultati spesso tragici. Sorogoyen e la sua co-sceneggiatrice Isabel Peña hanno qui scritto di contadini della Galizia, ma il racconto potrebbe essere facilmente adattato a qualsiasi luogo e tempo. La regia di Sorogoyen è volutamente sobria, lasciando campo libero all'intensità della sceneggiatura ben coadiuvata dalle angoscianti musiche di Olivier Arson e dalle ottime prove attoriali del cast tutto. Stupendapoi la location, con la piovosa Galizia che, benfotografata da Alex De Pablo, fa da perfetta cornice alla cupa storia che scorre sullo schermo. Nel complesso “As bestas” è un'opera realizzata in maniera magistrale che mi sentirei di raccomandare senza riserve. Ai premi Goya dell'anno passato il film ottenne 17 nominations, praticamente tutte le categorie insomma, portando a casa ben 9 statuine! Concludo raccomandando di vedere il film in lingua originale: il trilinguismo gallego-castellano-francese non è qui casuale, rappresenta una parte assai significativa dell'intera complessa relazione, e vederlo quindi doppiato all'italiano non avrebbe granché senso.
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