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La sirenetta

Regia di Rob Marshall vedi scheda film

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La recensione su La sirenetta

di Lina
8 stelle

Live action Disney di una delle favole più popolari e amate, con carenze e difetti evidenti che gli hanno impedito di diventare un capolavoro.

 

La versione in 3D è spettacolare ed emozionante. Sembrava di stare sott’acqua durante le scene in mare.

 

La trama, ben sviluppata, replica naturalmente personaggi e musiche del riuscitissimo film di animazione del 1989, con l’aggiunta di qualche canzone nuova.

L’inizio è fantastico e avvincente, si rimane incantati già dalle prime sequenze. Si prosegue attraverso una linea narrativa più grafica che verbale, quasi ipnotizzante, gustando ogni singolo elemento.

Peccato solo che sia stata omessa una tra le scene più simpatiche del film di animazione: il cuoco che dà una caccia spietata al granchio Sebastian per poterlo cucinare.

 

Gli effetti speciali, le elaborazioni al computer, le scenografie e le ambientazioni sono superlative, catapultano in uno scenario magico e fiabesco; in una dimensione marina mozzafiato.

 

La messa in scena è godibile e la storia d’amore tra i due protagonisti è ben tratteggiata e approfondita nel modo giusto. Emoziona insieme a tutto il contorno offerto dagli altri personaggi.

Amore, avventura, fantasy e humor si fondono con eleganza, ma forse non tutti saranno disposti ad ammetterlo.

 

La regia ha fatto un ottimo lavoro di montaggio e il cast scelto potrà piacere o non piacere, ma l’intrattenimento c’è.

 

Inizialmente, ero scettica come tanti sul fatto che Halle Bailey potesse rivelarsi l’attrice più adatta a interpretare Ariel, perché non aveva nulla di lei fisicamente e non vedevo come potesse incarnarne l’immagine. Non facevo che dire che in quel ruolo avrei preferito vedere Ariana Grande, dal viso d’angelo perfetto, ma alla fine mi sono ricreduta.

A parte che la Bailey ha una voce splendida e ha cantato meravigliosamente tutte le canzoni, non si può negare che abbia un viso fanciullesco e qualcosa nella sua espressività che ricorda la protagonista del cartone animato Disney. Inoltre, ha la stessa deliziosa aria ingenua e sognante della protagonista del cartone animato. Quindi, ha finito con il piacermi e conquistarmi.

Unico neo del suo look adattato in questo live action è la capigliatura. A mio avviso sarebbe stato meglio darle volume anziché optare per il rasta. Personalmente, lo trovo poco femminile – fatto strano e incoerente è che in acqua i suoi capelli acquisiscono volume e appaiono bellissimi, mentre nelle scene sulla terra ferma o in superficie diventano rasta.

 

Sorprende piacevolmente anche Jonah Hauer-King nel ruolo del principe Eric. A vederlo nelle foto sul web potrebbe apparire insignificante, ma nel film ha subìto una trasformazione adeguata. Lo hanno reso veramente affascinante e poi, ha un’espressione dolce-malinconica in volto adorabile. Fisicità a parte, ha donato galanteria e carattere al proprio personaggio, interpretandolo con classe e stile. Emoziona e conquista anche lui. Interessante, inoltre, l’idea che, essendo figlio adottivo, non fosse realmente di sangue blu e forse per questo amante della libertà e di una vita vissuta non necessariamente a corte.

 

La migliore del cast, però, è Melissa McCarthy nei panni di Ursula. Decisamente irresistibile e carismatica, è identica in tutto e per tutto alla donna-piovra del film di animazione, superlativa direi.

 

Deludente invece, a mio avviso, Javier Bardem nel ruolo del re Tritone. Non possiede l’aria imponente e autoritaria che avrebbe dovuto avere. Appare alquanto scialbo.

Le sue figlie, di ogni razza e colore, portano a chiedersi quante mogli differenti abbia avuto, ma forse si tratta di una semplice trovata-spot anti-razzismo della Disney, che è vero, sta esagerando un tantino con il politically correct.

 

Le ricostruzioni computerizzate di Sebastian e Flounder sono oggettivamente inquietanti, quasi disturbanti. Forse, però, sarebbe stato impossibile fare di meglio.

 

I dialoghi non sempre funzionano. Non essendo pari pari a quelli del film di animazione, a volte, sono stati storpiati in delle botte e risposte insipide. Il doppiaggio non proprio eccellente ma dilettantesco non ha aiutato di certo, poi. Terribile soprattutto la voce data a Sebastian dal rapper italiano Mahmood. Appare così poco naturale da risultare irritante.

 

La durata del film è un tantino esagerata, può arrivare a stancare a un certo punto, soprattutto perché si dilunga con delle canzoncine nuove trascurabili. E l’epilogo, differente da quello del film di animazione, in cui è Ariel anziché il principe Eric a salvare il padre e il loro regno, non mi è piaciuto molto. Capisco il girl power e il desiderio di riscatto di lei (unica responsabile della perdita del tridente, e quindi, del potere del padre), però preferisco di gran lunga il finale classico del cartone animato, semplicemente perché con il suo gesto, Eric sancisce una sorta di tregua o pace tra i loro mondi, dimostrando che non tutti gli uomini della terra sono crudeli con il popolo del mare, ma che esistono anche esseri umani giusti e tolleranti. Si guadagna così il rispetto del re Tritone, provandogli di essere degno di amare e sposare sua figlia. Probabilmente, anche per questo (e non solo perché la ama e vuole la sua felicità) lui permette ad Ariel di trasferirsi sulla terra con un umano. Insomma, a mio avviso, hanno cambiato la parte più significativa e migliore della storia. Peccato.

 

Nel complesso, rimane comunque un buon film disneyano, che ripropone una colonna sonora stupenda e indimenticabile che ci ha fatti e ci fa ancora sognare tutti.

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