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Umma

Regia di Iris K. Shim vedi scheda film

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La recensione su Umma

di Furetto60
5 stelle

Horror prodotto da Raimi e girato da Iris K. Shim, al suo esordio. Senza infamia e senza lode

Amanda, madre affettuosa ma possessiva, è una donna coreana-americana, di prima generazione, emigrata negli States, dove vive in aperta campagna, in una solitaria fattoria, dedicandosi all’apicultura, con l’aiuto della sua unica figlia quasi diciottenne Chris; non hanno contatti con il mondo esterno, eccezion fatta per le sporadiche visite di Danny, proprietario dell’emporio locale, che  vende il miele prodotto dalle due donne; dunque unico estraneo ammesso a entrare all’interno di questo blindatissimo contesto familiare, da cui sono stata bandite elettricità e tecnologia, a causa di un’avversione, quasi fisica, di Amanda per qualsiasi dispositivo digitale. La sonnacchiosa routine delle nostre, viene improvvisamente incrinata dall’arrivo di un sinistro zio di Amanda , macabro ambasciatore del passato, che le consegna le ceneri della ormai defunta madre “Umma”, insieme ad una maschera di porcellana e un’antica tunica, allo scopo di consentire alla figlia di procedere al tradizionale rito di sepoltura, tipico del suo pase natio. È l’inizio di una discesa all’inferno, Amanda, che in realtà si chiama Soo-huyn, è scappata via da un’infanzia di torture e violenze domestiche, perpetrate proprio dalla genitrice, da qui il timore dell’elettricità. I terribili ricordi seppelliti nel suo inconscio, tornano drammaticamente a galla, facendola ripiombare  nell’incubo; lei incapace di affrontare questo trauma infantile represso, non compie il rituale previsto, bensì nasconde il baule, con i resti della madre, nel seminterrato; ben presto inizia a sentirsi perseguitata e anche  posseduta  dallo spirito malevolo e sempre più arrabbiato di Umma. Nel frattempo Chris, che ne ha sin sopra i capelli di quella vita da eremiti, ha chiesto a Danny, il modulo per iscriversi a un college. L’idea di partenza per questo film prodotto da Sam Raimi, sarebbe  interessante e ricca di potenziali spunti, ma non trova il giusto sviluppo,  la sceneggiatura, scritta dalla stessa regista Iris K. Shim al suo esordio, è debole; la tensione  a tratti si avverte, ma viene annacquata da risvolti prevedibili, l’interpretazione delle due protagoniste è accettabile. Horror convenzionale, senza infamia e senza lode

 

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