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Regia di Ivano De Matteo vedi scheda film

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Andreotti_Ciro

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La recensione su Mia

di Andreotti_Ciro
7 stelle

i figli crescono e a quindici anni non sono più quei bambini ripresi nei filmini di famiglia, oggi fruibili su cellulari e pc e non più su schermi improvvisati nei salotti di casa. Ad accorgersene nella maniera più drastica non fa di certo eccezione la famiglia di Sergio e Valeria, lui autista d'ambulanza e lei casalinga, con una figlia che con l'arrivo del primo ragazzo vede la sua vita del tutto cambiata.

 

Ivano De Matteo, come attore noto al grande pubblico per il ruolo d’ Er Puma nella serie TV Romanzo Criminale, fa ancora una volta centro aggiungendo alla propria filmografia l’ennesima attenta esplorazione dell’animo umano. Un’esplorazione iniziata attraversando i problemi di chi deve fare i conti con una vita famigliare distrutta (Gli Equilibristi, 2012) fino a denunciare le ipocrisie borghesi (Villetta con Ospiti, 2019) passando per i drammi morali di una coppia di fratelli (I nostri Ragazzi, 2014).

 

Tratto da un soggetto scritto da Edoardo Leo e sceneggiato dallo stesso De Matteo come sempre affiancato dalla moglie Valentina Ferlan, Mia narra un coacervo di problemi in cui una famiglia moderna e con una figlia modello, può rimanere coinvolta, non certo immune dai pericoli di stalking, minacce, fino al Revenge Porn. Tutti gli attori restituiscono alla pellicola una cifra stilistica di grande livello. Dolore, paura e rabbia sono sottolineati da ogni componente nella maniera più apodittica possibile. Greta Gasbarri, per la prima volta sul grande schermo, recita il ruolo di una ragazza come tante, avvicinata da un ragazzo inizialmente capace di mimetizzarsi per quello che in realtà non è. Riccardo Mandolini, fra i protagonisti del serial Netflix Baby (id., 2018-2020), è tanto bravo a calarsi nella parte al punto di farsi odiare nella maniera più viscerale possibile. Completa il cast Edoardo Leo nel ruolo di Sergio, padre impotente al quale il destino ha presentato il conto senza un motivo apparente.

 

Unico limite del film proprio quel desiderio di descrivere il sovrapporsi di numerosi problemi in cui le nuove tecnologie la fanno da padrone. Ma al netto di questa sbavatura la resa è un pugno nel centro dello stomaco. Un pugno che però ha l’indubbio merito di svegliare e non anestetizzarci.

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