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La ragazza più fortunata del mondo

Regia di Mike Barker vedi scheda film

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Andreotti_Ciro

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La recensione su La ragazza più fortunata del mondo

di Andreotti_Ciro
7 stelle

Tiffany Fanelli, è una trentenne con un lavoro gratificante nel campo del giornalismo, prossima a una promozione e a un matrimonio con un ragazzo dell’alta borghesia newyorchese. Per Tiffany tutto inizia a cambiare quando una troupe televisiva vuole indagare su una strage avvenuta nella scuola superiore d'élite da lei frequentata molti anni prima.

 

Basato sull’omonimo best-seller letterario, firmato dall’autrice, anche della sceneggiatura, Jessica Knoll, la pellicola diretta dal britannico Mike Barker diventa un modo per indagare sul senso di ciò che ci può accadere sia in uno dei momenti più difficili della nostra vita, l’adolescenza, sia come i ricordi di quegli anni possano ripercuotersi su chi siamo diventati oggi.

 

Attraverso un continuo flashback fra le due anime della protagonista, interpretata in età adolescenziale da Chiara Aurelia, già protagonista di numerose pellicole nonostante la giovane età, e in quella adulta dalla trentanovenne Mila Kunis, vincitrice nel 2010 del premio Mastroianni dedicato agli attori emergenti per il ruolo di protagonista ne il Cigno Nero. Riusciamo a intravedere il più classico dei drammi di chi è costretto a rivivere parte di una vita, dalla quale credeva di essersi definitivamente allontanato. Le due anime di Ani Fanelli sono entrambe capaci di caratterizzare alla perfezione sia l’insicurezza di chi si sente prima di tutto giudicata perché fruitrice di una borsa di studio per studenti indigenti, in un ambiente carico di snobismo e con poca voglia di agevolare l’integrazione dei nuovi arrivati, e successivamente costretta a reimmergersi nei ricordi di una violenza sia fisica, sia psicologica, con l’epilogo di una strage scolastica sulla quale pesa forse anche la sua responsabilità.

 

Non ci si deve quindi fare ingannare da un titolo fuorviante che fa immediatamente pensare a commedie patinate o desinate a un pubblico adolescente. Al contrario stiamo parlando di una pellicola piena di pathos, d’introspezione e di un climax che da premesse più morbide ci trascina a suon di colpi di scena in un incubo in carne e ossa.

 

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