Regia di Steven Spielberg vedi scheda film
E pure Spielberg cede al racconto autobiografico dopo Kenneth Branagh
(con Belfast) e Sorrentino ( con È stata la mano di Dio ) invitandoci a entrare nel suo mondo infantile.
Il bambino che viene portato al cinema suo malgrado e resta abbagliato e impressionato dalle scene e sopratutto
da quel treno che deraglia ne "Il più grande spettacolo del mondo. "
Nella sua famiglia ebrea , conposta dal padre Burt ingegnere e la madre Mitzy mancata pianista e le sorelle del bambino ci sono sempre cambiamenti , traslochi ,
( New Jersey, Arizona e infine la California,) imprevisti e nuove prospettive. E sopratutto tutti sono alla ricerca di un equilibrio , di non perdersi nelle malinconie, di non smettere di migliorarsi , di appoggiarsi l'uno con l'altro .
Il piccolo Sammy cresce con la passione del cinema , è un tipo intelligente ,
ma anche sensibile , solitario .
Piano piano inizia i primi cortometraggi con la scuola, e mostra una spiccata capacità e inventiva. Finché proprio filmando una vacanza con i genitori e lo zio Bennie scopre qualcosa che lo turbera' per sempre. Si cresce proprio soffrendo.
Bel cast , buona sceneggiatura, un racconto definito nei minimi particolari , con momenti emozionanti , altri commoventi e con una splendida protagonista: Michelle Williams , che ruba la scena a tutti con grande fascino e abilità scenica.
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