Regia di Francesco De Robertis vedi scheda film
Una prima parte interessante con De Sica mattatore assoluto, poi il protagonismo passa dalle parti di Sandra Milo e il disastro diventa inevitabile.
Fino al 1962, anno di uscita del primo 007, anche i film di spionaggio erano popolati da personaggi umani al 100% impegnati contro personaggi altrettanto normali in sì missioni difficili ma non sovrumane. In Italia di film del genere non se ne produssero molti per la verità, contrariamente a quel che avverrà invece nell'era post-007, con cloni di Bond alla matriciana sfornati in continuazione da Cinecittà. “La donna che venne dal mare”, scritto e diretto da uno specialista di storie di marina militare quale Francesco De Robertis, è un film che può esser grosso modo suddiviso in tre parti: la prima, molto bella, nella quale si introduce l'interessante plot di spie e controspie in quel di Algeciras anno 1940 e con Vittorio De Sica mattatore assoluto; la seconda, molto noiosa, incentrata sulle vicende amorose di Sandra Milo; la terza, l'epilogo, carico di retorica come manco i peggiori prodotti del ventennio fascista, eppure siamo nel 1956. Riassumendo: voto 7 alla prima parte, 1 alle altre due. 3 la media matematica.
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