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Elvis

Regia di Baz Luhrmann vedi scheda film

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La recensione su Elvis

di alan smithee
8 stelle

Un grande biopic sul più iconico ed imitato showman di tutti i tempi. Il ritorno in regia di un Baz Luhrmann smagliante come ai tempi di Moulin Rouge.

locandina

Elvis (2022): locandina

AL CINEMA - FESTIVAL DI CANNES 75: FUORI CONCORSO

"Siamo due strani bambini soli, io e te."

Quando Baz Luhrmann è in forma, e in Elvis torna ad esserlo come ai tempi di Moulin Rouge, il suo show inizia sotto l'ebbrezza apparentemente fuori controllo e una confusione totale che, da una parte, spiazza lo spettatore, mentre dall'altra lo galvanizza e lo prepara al racconto.

Lo script parte quasi dalla fine, poi torna agli esordi del noto cantante, poi va a ritroso nella giovinezza del bimbo che, spiando da un buco, scopre la meraviglia del ritmo sfrenato e sessualmente eccitante della musica nera. Un ritmo che il giovane fa suo, rielabora e utilizza per la creazione del suo Elvis.

Ma Luhrmann non si limita a questo, perché prima di tutto ciò, la storia di Elvis viene vista attraverso lo sguardo sofferente del micidiale "colonnello", ovvero di quel pingue e fisicamente repellente agente truffaldino e assetato di soldi, oltre che schiavo del vizio del gioco, che condizionò non poco la carriera e la vita del celebre cantante Elvis Presley.

Tom Parker (lo interpreta uno straordinario e mai così ributtante Tom Hanks) per primo è in grado, più di ogni altro, nonostante non ne apprezzi né lo stile, né i modi di muoversi sul palco, di riuscire ad intuire le potenzialità senza precedenti del cantante, riuscendo a lanciarlo col clamore che il cantante merita, e ad assicurargli cachet da capogiro.

Ma quel disonesto manager finisce anche e soprattutto per condizionarne appieno tutto il variegato percorso di carriera, comunque strepitosa e multiforme, che lo vide alternare il mondo della canzone e dei concerti, alla attività d'attore, subito dopo i due anni trascorsi ad espletare gli obblighi della leva militare in Germania.

Austin Butler, Olivia DeJonge

Elvis (2022): Austin Butler, Olivia DeJonge

Austin Butler, Kelvin Harrison Jr.

Elvis (2022): Austin Butler, Kelvin Harrison Jr.

L'Elvis di Luhrmann trasuda istinti sessuali come un a vera e propria icona tutta curve, muscoli guizzanti e movimenti istintivi ancora più che studiati a tavolino, naturali perché insiti nel cuore del personaggio, nella sua indole che diventa una vocazione suprema.

Un atteggiarsi sul palco che crea scandalo tra i bigotti, ma che provoca anche, in tutti gli spettatori che si lasciano attrarre dal ritmo e dalle movenze, ed in particolar modo tra il pubblico femminile di quei primi anni sessanta puritani e razzisti, fremiti e desideri fino a quel momento repressi dall'etichetta e dal timore riverenziale calcificato nella società benpensante dei bianchi americani, in realtà razzisti e discriminatori per eccellenza.

Luhrmann focalizza primi piani sul volto esterrefatto di ragazze fino a pochi minuti prima timorate e pudiche, che urlano sconcertate per non riuscire più a controllare una libidine che ne deforma i connotati facciali in una smorfia che comunica insieme appagamento troppo a lungo represso, e vergogna per essere giunte a non poterlo più celare.

Poi la carriera della star prosegue, tra alti e bassi (più alti che bassi in realtà), lungo un'America sempre più violenta e spietata in cui gli attentati ai due Kennedy e l'assassinio di Martin Luther King segnano col sangue l'evoluzione di una spirale senza controllo.

locandina

Elvis (2022): locandina

Anche il matrimonio di Elvis con la sempre amata Priscilla vacilla, ma senza precipitare mai veramente, ed il cantante si avvia a concludere prematuramente la sua carriera di uomo e divo completamente succube di pasticche e prigioniero di Las Vegas, ove fu costretto ad esibirsi ad opera degli intrallazzi del suo spudorato manager, tra l'altro impossibilitato ad intraprendere viaggi all'estero per problemi di cittadinanza.

Elvis è un vortice che cattura lo spettatore catapultandolo in un percorso di montagne russe che entusiasma non meno di quell'esaltato Moulin Rouge della sfortunata e talentuosa Satine.

La regia caotica ed esaltata di Baz Luhrmann funziona alla perfezione, conferendo al biopic un ritmo forsennato congeniale e pertinente alla celebrazione del fenomeno.

Quanto poi all'interprete, il fino ad ora poco noto Austin Butler, risulta una scelta azzeccatissima: corpo sensuale, labbra carnose e movenze sinuose che si adattano al miracolo dell'Elvis originale, fanno si che la prestazione di Butler risulti memorabile.

Sia Hank, dalla prestazione fondamentale ma misurata al punto da non surclassare o toglier spazio a quella del vero protagonista, che Butler, è già naturale intravederli in un orizzonte da nomination Oscar alla prossima edizione di inizi 2023.

locandina

Elvis (2022): locandina

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