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La fontana della vergine

Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film

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La recensione su La fontana della vergine

di Brady
9 stelle

Il conflitto tra vecchio e nuovo, tra cristianesimo e paganesimo, tra nobiltà e nullità, ricchezza e povertà. Il seme del male che si fa largo e divora gli animi. La purezza come fonte di vita, di resistenza, di lotta. Un film apparentemente semplice, ma dai molteplici e sorprendenti risvolti. 9

Devo dire che ho fatto un po' fatica ad inquadrare il film facendolo uscire dalla mera aura di favoletta alla Cappuccetto Rosso. 

 

La banalizzazione estrema è: ma se sai che è pericoloso perché non la mandi con qualcuno che possa proteggerla davvero e non una donna che conosci per inaffidabile, invidiosa ed incinta (= inerme di fronte al pericolo)?

 

Troppo facile... probabilmente sono troppo 'materialista'... 

 

In ogni caso da subito è chiaro il conflitto tra vecchio e nuovo, tra cristianesimo e paganesimo, tra nobiltà e nullità, ricchezza e povertà.

Non mi è chiaro l'episodio del mulino sul torrente, dove la serva viene indotta ad aderire pienamente ai riti magici e pagani. In lei, tuttavia, vince la forza del riscatto.

Il film sembra essere una sorta di manifesto della superiorità della religione cristiana rispetto ad un irrazionale, ma tradizionale modo di pensare, soprattutto delle persone più povere e prive di istruzione.

L'attaccamento ai suoi principi di questa famiglia è totale. Come testimonia l'accoglienza benevola che viene data ai tre sconosciuti e disperati assassini.

Ma quando si tratta di fare giustizia non si può più porgere l'altra guancia. È impossibile perdonare tanto scempio. La distruzione della loro famiglia, della loro eredità, di quest'unica figlia di una coppia ormai avanti nell'età e tanto amata quanto viziata.

Per attuare la vendetta solo i riti pagani possono dar modo di prepararsi e di trovare una via verso la giustizia, quella vera, l'unica che può placare anime e corpi. Paganesimo è sinonimo di occhio per occhio, cristianesimo di porgi l'altra guancia e perdona.

A chi dare ragione, chi seguire, cosa è giusto, cosa un uomo può davvero sopportare?

 

Il perdono è sufficiente, o serve un prezzo di sangue? A ciascuno la propria scelta. In alcuni il sangue placherà, ad altri basterà, forse, il perdono con o senza autocommiserazione.

 

E' un po' il dramma che vive ogni famiglia quando subisce perdite simili al giorno d'oggi, di fronte spesso all'impossibilità di avere giustizia, non si trovano i colpevoli, non vengono puniti adeguatamente, prescrizioni, ... la non giustizia è peggiore del crimine subito, perché estremamente lucida e spietata.

 

La purezza, come quella di Karen, è quanto di più amiamo, ma a molti dà fastidio. Si insinua come una lama affilata nel tuo animo con la sua bellezza, uno specchio dell'anima. Chi se ne avvede talvolta non è in grado di sopportare e preferisce distruggerla, con ogni mezzo. Anche solo instillando in lei un 'seme' del male. Che è poi quello che è accaduto alla serva, consumata da quel seme sin ne profondo, fino a sfigurarla completamente. Fino a farla perdere, nell'oscurità.

 

Incredibilmente bella la ricostruzione degli ambienti e delle scenografie. Spettacolo!

 

Sarebbe anche da indagare sulle modalità con cui i cattivi trovano la morte. Tutta la scena è molto particolare.

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