Regia di Christian Tafdrup vedi scheda film
L'imborghesimento e un’incrollabile ingenuità generano uomini invertebrati, cotti a puntino, pronti per essere agilmente manipolati e sopraffatti, incapaci di reggere il vortice dell’ignoto, in ginocchio al cospetto dell’impeto dell'irrazionale, alieni agli istinti primordiali, in fuga disperata verso l’abitudinarietà dei comodi binari prestabiliti. In un mondo in cui l’ipocrisia buonista e la non contraddizione del potere sono requisiti essenziali per la propria pubblica presentabilità, cosa mai potrebbe andar storto?
Adulti prima manipolati, spiati e umiliati, poi denudati, pronti per il patibolo, senza opporre resistenza: un massacro, una tortura primitiva, sassi che sfondano i corpi mentre l'anima si è già arresa alla sottomissione, alla morte. Nuove generazioni indifese, rapite, storpie, senza diritto di parola.
Una visione simbolica netta e allarmistica, in un film spietato che cova un’eccezionale ansia progressiva, e che nasconde una distopia, quella della non opposizione e della perdita dell’istinto di sopravvivenza, dell’autoconservazione, subdolamente già divenuta realtà.
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