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Backyard village

Regia di Marteinn Thorsson vedi scheda film

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La recensione su Backyard village

di alan smithee
7 stelle

locandina

Backyard village (2021): locandina

LUCCA FILM FESTIVAL E EUROPA CINEMA 2021 - CONCORSO LUNGOMETRAGGI

"Non capisco. Perché voglio vivere? … non capisco…"
In fuga appena ricevuta la notizia che l'anziana madre che da adolescente l'abbandonò lasciandola a far crescere la sorellina minore, una imprenditrice islandese quarantacinquenne decide di dileguarsi andando a prenotare un cottage presso un tranquillo resort periferico in Reykjavick.
Poco predisposta a dimostrarsi loquace con i pochi ospiti che le vivono attorno, alla fine la donna si arrende quando un uomo non solo approfitta per richiederle un ingrediente dalla sua cucina, ma poi arriva anche ad invitarla a cena.
finiranno per divenire buoni amici, e la donna a comprendere la solitudine ed il dolore che attraversa l'uomo, in loco come d'abitudine ogni anno per salutare virtualmente il giovane figlio, morto suicida non distante da quel luogo.
La nostra protagonista imparerà a dimostrarsi meno rigida ed inflessibile con quella madre troppo tardivamente affettuosa, imparando a controllare la propria impulsività e ad assaporare la piacevolezza del perdono e di una laica ma non meno appagante remissione di colpa.
Dal regista islandese Marteinn Thorsson, qui alla sua quarta fatica cinematografica, Backyard Village, che prende il titolo dal villaggio che ospita i due protagonisti, si presenta come una commedia drammatica che riesce a trattare di tematiche forti come la perdita degli affetti per abbandoni premature o morti inaspettate, riuscendo a trovare la delicatezza di esprimere le sfaccettature più intime e nascoste che animano i singoli protagonisti, qui ottimamente resi dai due straordinari attori protagonisti, per ora poco noti se non sconosciuti, che rispondono al nome di Laufrey Eliasdottir e dell'inglese Tim Plester
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