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1990 - I guerrieri del Bronx

Regia di Enzo G. Castellari vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su 1990 - I guerrieri del Bronx

di Dik
5 stelle

Nel 1990, una ragazza, futura erede di una grande multinazionale tra le più importanti ed influenti al mondo, fugge da Manhattan, e si rifugia nel Bronx. Il Bronx, però, è stato dichiarato "territorio ad alto rischio" e quindi lasciato al suo destino; ha un suo "re" ed un corollario di bande organizzate che si spartiscono il territorio. I capi dell'azienda usano la loro influenza per recuperare la ragazza e lo devono fare in pochi giorni, prima che compia diciotto anni.

È fin superfluo, leggendo la trama, cercare di immaginare la frustrazione di Dardano Sacchetti nel cercare di accontentare il produttore Fabrizio De Angelis. Una bella fetta de "I guerrieri della notte" (1979) di Walter Hill, un trancio di "1997: Fuga da New York" (1981) di John Carpenter e, a contorno, una spolverata di idee a tema, sperando di non cadere nel ridicolo. Agli inizi degli anni '80, d'altronde, funzionava così; il nostro cinema di genere era in crisi d'identità e l'importante era fare cassa col minimo sforzo sfruttando il successo dei blockbuster statunitensi.

Se comunque questa pellicola ha una sua dignità e merita una visione è essenzialmente per due motivi: ci troviamo di fronte ad uno dei primi esempi del genere futuristico-distopico di nostra produzione e le "idee di contorno" non erano ancora inflazionate, ancora lontane dai tanti lavori talvolta sconcertanti del biennio successivo, ma il più importante è quello di aver avuto Enzo G. Castellari (Enzo Girolami) dietro la macchina da presa.

Il regista romano, un vero professionista, pur legato a molti paletti, non perde la sua identità e riesce a mettere mano anche alla sceneggiatura (firmata con Sacchetti ed Elisa Livia Briganti) lasciando la sua personale impronta e dando al film un buon ritmo. Suo è il buon inizio, con la banda dei Riders che trova un loro compagno morto su una sponda dell'East River, con tanto di vero batterista (assurdo, ma terribilmente efficace) che enfatizza e dà azione anche nella completa immobilità ed un finale che non ti aspetti, tutt'altro che scontato. Il ventre molle lo troviamo invece nella parte centrale del film, troppo prevedibile, un po' superficiale, in cui neppure Castellari riesce a dare spessore.

Non aiuta la scelta dei protagonisti: Mark Gregory (Marco Di Gregorio, nel ruolo di Trash) l'imberbe capo della banda dei Riders, è intero ed espressivo come un blocco di pietra grezza, mentre Stefania Girolami (la figlia del regista, nella parte di Ann)... è una bella ragazza. Più interessanti i ruoli secondari, su tutti spiccano il sempre affidabile Fred Williamson (il "re" Ogre) e l'ambiguo Joshua Sinclair (John Louis Loffredo, nel ruolo di Ice). Ultima interpretazione un po' stereotipata per Vic Morrow (Victor Morozoff) nella parte di Hammer, prima dell'incidente mortale che lo vide coinvolto durante le riprese nell'episodio diretto da John Landis in "Ai confini della realtà" (1983), pellicola che purtroppo non riuscì ad ultimare.

Gli interni sono stati girati negli Studi De Paolis a Roma, mentre per gli esterni sono volati a New York, nel distretto del Bronx (ma anche in quelli di Brooklyn e Queens), con tanto di curiosi e tante auto per le strade, visto che la autorità cittadine non hanno dato l'autorizzazione a bloccare il traffico.

Di Gregorio vestirà nuovamente i panni di Trash in "Fuga dal Bronx" (1983), seguito diretto sempre da Castellari.

 

 

Musiche di Walter Rizzati.

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