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Il colibrì

Regia di Francesca Archibugi vedi scheda film

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La recensione su Il colibrì

di Furetto60
6 stelle

Non il migliore di Francesca Archibugi. Maiuscola la prova attoriale di Favino, ma tutto il cast è brillante

Nell’incipit, Marco Carrera,Favino, stimato medico, riceve la inaspettata visita dello psicanalista della moglie,che lo avvisa che la consorte è fuori controllo e pericolosa per la sua incolumità. Il racconto compie uno scarto temporale, ce ne saranno tanti altri a seguire, e ci riporta a un tempo, gli anni Settanta, in cui Marco ragazzo si nasconde dalla famiglia litigiosa per imboscarsi sulla spiaggia insieme all’amata Luisa, coetanea vicina di casa del mare, ragazza italo-francese suo primo e forse unico amore; durante tutto l'arco della sua vita, il protagonista mantiene una relazione platonica con lei, attraverso un fitto scambio epistolare e diversi innocenti incontri, in cui parlano tantissimo. Cosi attraverso continui flashback, avanza la narrazione della vita di Marco, detto il colibrì, come l’uccellino che si agita tanto restando però fermo. Un giorno lui giovane decide di partire per Lubiana in cerca di fortuna,appena imbarcato in aereo con il suo amico Duccio, è però costretto a scendere, perché costui colto da un incontrollabile attacco di panico, avverte i passeggeri di un pericolo imminente, i due amici vengono allontanati prima del decollo. Poco dopo, l'aereo effettivamente precipita; Duccio già malvisto acquista la sinistra fama di iettatore. Poco dopo, Irene, sorella maggiore di Marco da sempre irrequieta e insoddisfatta, raggiunge la spiaggia e s’inoltra nelle acque, affogando suicida a soli 24 anni; il fratello minore Giacomo che è presente, non interviene, ciò causa una rottura insanabile con Marco. Dieci anni dopo l'incidente aereo, Marco in un’intervista televisiva vede Marina, hostess miracolata, che non era salita sull'aereo, perché si era fatta sostituire, per assistere la sorella malata; ravvisando in questo evento un segno del destino la cerca e l’incontra, intraprendendo con lei una piacevole relazione sentimentale, che culmina nel matrimonio. Purtroppo però Marina è succuba di profonde turbe psicologiche, per questo il suo psicoterapeuta, contravvenendo alle regole deontologiche, aveva rivelato a Marco la gravità della salute mentale della moglie, oltre che la sua compulsiva infedeltà; il rapporto inevitabilmente s’incrina. Anche la loro bambina Adele è affetta da fragilità e stranezze emotive; tuttavia crescendo recupera un certo equilibrio. Poco più che ventenne dopo una relazione occasionale, rimane incinta e nasce Miraijin, Pochi mesi dopo durante un'arrampicata sportiva, sua grande passione, Adele perde la vita. Marco, è colto da una tremenda disperazione, ma trova nella nipotina la forza per andare avanti. Riprende a giocare a poker sua vecchia passione e pur vincendo, a dispetto di un ritrovato Duccio, ormai professionista patentato della iella, lascia la vincita sul tavolo, da generoso signore qual’ è. Soltanto poco prima di morire viene a sapere che Luisa aveva avuto una relazione con lo stesso Giacomo. Tratto dall’omonimo romanzo di Veronesi. Fondere il talento letterario dell’autore, all’abilità di una consumata regista come la Archibugi, dovrebbe già da solo garantire la qualità di un prodotto cinematografico come questo, se poi aggiungiamo anche un cast strepitoso, le aspettative diventano altissime, e purtroppo in parte disattese. Per quanto diligente il film non riesce ad amalgamare in modo omogeneo le diverse linee del racconto, che quindi risulta segmentato e sfilacciato e per questo poco avvincente, malgrado le buone prove attoriali di tutti. Nel complesso però è passabile e si lascia seguire

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