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The Last Duel

Regia di Ridley Scott vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The Last Duel

di Isin89
8 stelle

Nella Francia del tardo medioevo, Jean de Carrouges sfida a duello l'ex amico Jacques Le Gris, con l'accusa di averne violentato la moglie. Scott trova nell'ambientazione medievale un mcguffin per parlare del delicato tema della violenza sulle donne.

 

Dopo 4 anni dal suo ultimo lungometraggio, il pluriottantenne regista Ridley Scott torna sul grande schermo con un film opulento e visivamente eccelso. Aiutato da un trio di sceneggiatori d'eccezione, Ben Affleck, Matt Damon e Nicole Holofcener, il regista inglese mette in scena un episodio storico realmente accaduto nella Francia del tardo medioevo, il duello all'ultimo sangue tra I due cavalieri Jacques Le Gris e Jean de Carrouges a seguito dell'accusa di stupro che vede coinvolti Le Gris e la moglie di de Carrouge. Evento storico precedentemente usato da Eric Jager per la stesura del libro L'Ultimo Duello del 2004, sul quale il film dell'imponente Scott basa le sue fondamenta.

locandina

The Last Duel (2021): locandina

Siamo in Francia alla fine del XIV secolo. Le Gris (Adam Driver) e de Carrouges (Matt Damon), due scudieri divenuti cavaliere e amici apparentemente (quasi) inseparabili, combattono sanguinose battaglie fianco a fianco cercando di accaparrarsi il rispetto e/o la simpatia del controverso conte Pierre D'Alençon (Ben Affleck), ricco proprietario terriero nonché cugino di re Carlo VI. Le Gris si guadagna un posto d'onore a fianco dello spavaldo conte mentre de Carrouges, ormai sposato a Marguerite (Jodie Comer), figlia del nobile Sir Robert Thibouville, cade in disgrazia a seguito della forzata concessione di una parte dei suoi possedimenti a Pierre D'Alençon. Come non bastasse, il conte concede a Le Gris I terreni che precedentemente sarebbero spettati al suo amico de Carrouges. La situazione peggiora drasticamente dopo che Le Gris, uomo carismatico dotato di fascino, corteggia e infine stupra Marguerite mentre quest'ultima si trovava nel suo castello completamente sola. La giovane donna rivela al marito l'accaduto e, dopo un momento iniziale di rabbia e frustrazione, I due coniugi decidono di denunciare il gesto di Le Gris al re in persona. Un duello all'ultimo sangue decreterà chi tra i due è nel giusto.

Memorabile film dell'inossidabile Rildey Scott che, giunto alla soglia degli 84 anni, ci regala un'opera immensa dotata di un'estetica impeccabile che sfiora la perfezione. Non ci si spiega infatti come un regista così anziano sia ancora in grado di conferire una tale carica e forza ad un film che ogni regista emergente sognerebbe di realizzare. Pago della sua decennale esperienza nel cinema attraverso i più svariati generi, Scott usa l'ambientazione medioevale come pretesto per parlare di un tema delicato e scottante come la violenza sulle donne. Un mcguffin di hitchcockiana memoria ci riporta indietro nel tempo in un'epoca in cui la donna non era che una “semplice” e mera possessione dell'uomo, sesso dominante che si ergeva al di sopra di qualunque cosa misurando la sua potenza tra virilità e battaglie. Non siamo in realtà troppo lontani dal clima che Scott e gli sceneggiatori ci fanno respirare in queste due ore e mezze di film. Il mondo di oggi, se pur (e per fortuna) cambiato e migliorato, conserva sempre alcuni retaggi culturali presi in prestito da secoli e secoli di convinzioni errate che hanno posto, sempre e comunque, una netta e tagliente divisione tra i due sessi. E se in alcune parti del mondo questa divisione è andata via via ricucendosi, in molte altre parti si è mantenuta tale lasciando il sesso debole al suo destino di semplice quanto inutile oggetto posseduto, comprato e abbandonato dal sesso forte.

Matt Damon, Adam Driver

The Last Duel (2021): Matt Damon, Adam Driver

Jodie Comer

The Last Duel (2021): Jodie Comer

La tematica dello stupro viene narrata in modo accorto attraverso l'espediente rashomoniano dei punti di vista dei protagonisti. La sceneggiatura, oltre che la regia di Scott, si servono di tale ingegno per dare allo spettatore una visione triunivoca dell'insieme. Non più un narratore onniscente che cela la verità dietro le sue parole, bensì tre narratori che arricchiscono, o confondono, la reale realtà dei fatti. Attingendo a piene mani dal capolavoro di Kurosawa, Scott si serve di dettagli rilevanti per distinguere i tre piani narrativi e attribuire a ciascun protagonista la propria voce all'interno della storia oltre che ribaltare completamente le personalità degli stessi. De Carrouges è imponente e considerevole secondo il suo punto di vista ma appare goffo e ridicolo visto da Le Gris. Quest'ultimo sembra non rendersi conto della gravità delle sue azioni quando viene mostrata la sua verità ma appare orribilmente violento quando violenta Margurite nel punto di vista della donna. Tuttavia, il momento più alto del film è lasciato al quarto ed ultimo atto: Il Duello finale. Con grandissima attesa da parte dello spettatore, Scott esplode in tutta la sua bravura realizzando uno dei duelli cavallereschi più belli della storia del cinema accompagnato un comparto tecnico in stato di grazia. Non c'è sonoro, montaggio e/o fotografia che regga il confronto con una sequenza bella e penetrante come questa in cui si può percepire ogni attimo di odio, violenza e tensione scaturiti dalla vicenda. E come nella vita reale, anche in questo caso ci troviamo a fare il tifo per il giusto, per quello che riteniamo sia la verità assoluta del film.

Ma il finale del film, un enigmatico primo piano sul volto di Marguerite, lascia il dubbio allo spettaore che forse quanto visto fino ad ora potrebbe non corrispondere alla verità effettiva. Scott vuole forse dirci che, a fronte di una verità oggettivamente ritenuta tale come la condanna di un gesto deplorevole quale lo stupro, la verità è in realtà un concetto puramente soggettivo che trova ragione d'essere nel punto di vista di chi la vive.

 

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