Regia di Gillies MacKinnon vedi scheda film
L'ultraottuagenario Tom Harper (Spall), che per anni ha vissuto con l'amatissima moglie a John O'Groats, estrema punta nordorientale della Scozia, affronta un tragitto di oltre 1300 chilometri usando solo gli autobus (e senza telefono) per raggiungere Land's End, in Cornovaglia, e mantenere la promessa fatta alla moglie in punto di morte: quella di spargere lì le sue ceneri, all'indomani di una fuga da quel posto dopo una tragedia vissuta dalla coppia. Durante l'insolito viaggio, pieno di imprevisti, Tom incontrerà tante brave persone ma anche qualche farabutto.
Giunto sugli schermi italiani con tre anni di ritardo, il film dello scozzese Gillies MacKinnon ricalca lo schema narrativo di molti altri road movie basati sul viaggio di un anziano: basterebbe ricordare Non è mai troppo tardi, Una storia vera o Nebraska. Caricato sulle spalle del 65enne Timothy Spall, una vita da caratterista e qui in un ruolo dove trucco e parrucco sono incredibilmente invisibili, The Last Bus è un'opera delicata, con alcuni gustosi quadretti carichi di poesia, diluiti in uno schema con diversi flashback ma piuttosto edulcorato e con qualche cliché di troppo, a cominciare dalla distinzione tra i bianchi (quasi tutti) cattivi e neri e musulmani buoni. Il che andrebbe benissimo, se la distinzione fosse un po' meno manichea.
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