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Madres

Regia di Ryan Zaragoza vedi scheda film

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La recensione su Madres

di Furetto60
5 stelle

Spunto di partenza interessante, ma lo sviluppo è confuso e il film non decolla

Siamo negli anni ’70, Diana alias Ariana Guerra e Beto alias Tenoch Huerta, sono una giovane coppia messicano-americana, che dopo aver lasciato Los Angeles, si trasferisce presso una comunità agricola, in cui l’uomo ha trovato lavoro come manager. I due vanno a dimorare in una vecchia casa; Diana, porta avanti una gravidanza di 7 mesi, non conosce la lingua locale e perciò stenta ad integrarsi con la gente del posto, peraltro poco cordiale;poco dopo il trasloco, la donna inizia ad avere delle allucinazioni e a percepire un'oscura presenza,viene colpita da una fastidiosa eruzione cutanea e comincia a patire inspiegabili dolori, i colleghi di Beto, temono sia un'antica maledizione, che colpisce da tempo le donne incinte del luogo. La coppia è scettica, lei è un'ex giornalista poco propensa a credere a vecchie superstizioni, ma a un certo punto, pur di  venir fuori da questa situazione dolorosa, Diana accetta di sottoporsi al rito, che dovrebbe servire a neutralizzare il presunto sortilegio; tuttavia le sue condizioni non migliorano; intanto continuano le visioni: le appare il fantasma di Teresa, la donna che prima di lei viveva in quella stessa casa, anche lei in attesa e poi scomparsa in circostanze misteriose, che la invita a cercare nei suoi diari, dove si accenna ad una misteriosa “febbre della valle” Diana, inizia a indagare, malgrado la diffidenza e l'aperta ostilità della gente del posto , scopre che nel corso degli ultimi anni, si è registrato un drastico calo demografico della popolazione messicana; all'inizio attribuisce questa scarsa fertilità, all'uso indiscriminato dei pesticidi nelle coltivazioni , ma poi dopo varie peripezie, realizza che c'è un altro oscuro e diabolico disegno criminale. Nell’opera prima, il regista Ryan Zaragoza prende spunto da vicende raccapriccianti e realmente accadute negli anni ’70, quando dei medici con il “placet” delle locali autorità, procuravano aborti alle donne messicane o le sterilizzavano forzatamente,per perpetrare e perpetuare un allucinante e aberrante programma “eugenetico ” di controllo delle nascite e impedire così l'incremento degli immigrati “ latinos”, una condotta criminale, che ha devastato la vita di tanti. Dalle didascalie sui titoli di coda, apprendiamo con sgomento, che i colpevoli di questo abominio non hanno mai pagato per le loro colpe e in più, da qualche parte in America, ancora queste tribali pratiche vengono eseguite. Diretto da Ryan Zaragoza, con una sceneggiatura di Marcella Ochoa e Mario Miscione, il film parte da questa scioccante cronaca storica, per sviluppare la trama, tuttavia si affastellano nella storia, disordinatamente e senza amalgamarsi, troppe linee narrative e i temi  si confondono e si sovrappongono; troppa carne a cuocere. Tra dramma, denuncia sociale e horror,il film non decolla.

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