Regia di Paul Verhoeven vedi scheda film
La condizione giovanile di provincia sviluppata attraverso le vicende di un gruppo di amici, appassionati di motocross e assetati di vita.
Veroheven ci racconta uno scorcio delle giornate di un sonnacchioso sobborgo di Rotterdam, dove i ragazzi del luogo iniziano a gustare il profumo dell'esistenza attraverso le corse in moto e le prime esperienze sessuali, vivendo quella fase della vita in cui ci si sente onnipotenti e in grado di spaccare il mondo, salvo il sentirsi frenati o dalla carenza di mezzi o da una famiglia troppo austera e patriarcale.
Si descrive una comunità giovanile maschile apparentemente refrattaria alla cultura mainstream del momento (penso al mondo hippye), pur negli inoltrati anni '70, ripiegando invece su modalità quasi arcaiche legate all'identificazione con la lunghezza del pene e all'uso di birra, senza che si affacci alcuna apertura né nel rispetto uomo-donna né a riguardo della tolleranza sessuale per chi sceglie un orientamento non ortodosso; l'unico influsso percepibile è magari un rimasuglio di beat-generation, specialmente nella violenza gratuitamente trasgressiva di certi motociclisti modello James Dean.
Ma il clou del film, che comincia come una commedia ed invece vira al dramma, è nella presa di consapevolezza - fin troppo precoce - che la realtà ci riserva sorprese che tendono a disilluderci dopo i sogni adolescenziali, arrivando ad un mesto finale in cui sembra riecheggiare il grido di stile leopardiano ("o natura o natura, perché non rendi dopo quel che prometti allor? perché di tanto inganni i figli tuoi?").
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