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Spruzzi - Spetters

Regia di Paul Verhoeven vedi scheda film

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La recensione su Spruzzi - Spetters

di maso
10 stelle

 

 

VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI

 

Scrivere un opinione su "Spetters" rappresenta per me un ritorno all'infanzia quando avevo più o meno sei anni e la mia visione del mondo era casta e pura come il culetto di un neonato e gli organi di espletazione di cui il Signore ci ha dotato erano denominati passerina, pisellino e sederino.

Dove vuole andare a parare questo anconetano sboccacciato, pazzoide e imprevedibile direte voi?

Più che dove voglio andare a parare è da dove voglio partire, precisamente dal poster e dal trailer di questo film che mi svelarono che non sempre ciò che un manifesto rappresenta è poi quello che nel film si racconta e che un orefizio di uscita può essere facilmente utilizzato come foro di entrata.

Nei primi anni ottanta andavano di moda fra i giovani dei film in cui i ragazzi si riunivano in bande organizzate che a cavallo dei loro motori dominavano la città ostentando violenza in ogni angolo, basta pensare al classico "The Warriors" o "Classe 1984" o il nostrano "1999 I guerrieri del Bronx", il manifesto di "Spetters" che campeggiava nell'atrio del defunto cinema Marchetti dava l'idea che il film fosse di questo stampo ma poi un giorno fra Bim Bum Bam e Sesamo Apriti spunta questo trailer che per certi versi mi ha fatto fare un salto in avanti di 10 anni, c'era di tutto in quei tre minuti: la scena in cui Eef viene rincorso in un tunnel della metropolitana da un gruppo di energumeni in giacca di pelle che letteralmente gli aprono il culo riempendolo di cazzi mi fece capire che il pisellino poteva essere bene accetto dal sederino, la scena della discoteca in cui Hans infila una mano sotto la gonna di una venere nera per tirare fuori un dito imbevuto di majonese mi fece pensare che dalla passerina si potevano ricavare vari tipi di salse per insaporire la serata e in generale per tutto il trailer si respirava un'aria di disturbante realismo che ebbi modo di assaporare molti anni dopo quando riuscii a vedere il film che acquistai in olandese con sottotitoli in inglese per togliermi la soddisfazione di vedere quel film il cui trailer mi aveva fatto capire che la vita non è proprio coincidente a come era esposta in Bim Bum Bam ma che ha purtroppo più cose da spartire con questo calcio nelle palle firmato da uno sfrontato Paul Verhoeven, è superfluo aggiungere quanto sia stato fondamentale questo film per il perfezionamento del mio olandese.

"Spetters" è un film maledetto, che sta all'Olanda come "Arancia Meccanica" sta all'Inghilterra, quando il talentoso regista di Amsterdam presentò la sceneggiatura alla commissione di censura fu letteralmente insultato per quanto fosse piena di scene etsremamente forti che oltre a dare una visione distorta della società olandese mettevano in cattiva luce gli omosessusali, gli handicappati, la religione e per il fatto che incoronava una eroina arrivista e puttana incarnata dall'attrice simbolo della new wave olandese René Soutendlijk.

Verhoeven non cambiò una virgola di quella sceneggiatura e realizzò il suo film come lo aveva pensato raccontando con toni fortissimi la storia di Rien, Eef e Hans che sono i veri protagonisti di questo racconto di formazione crudo ed amaro.

Il film parte con toni distesi raccontando la realtà di questi tre giovani che vivono in un piccolo centro caratteristico olandese a pochi chilometri da Rotterdam e coltivano il sogno di diventare campioni di motocross come il loro idolo Gerrit Wittkamp che ha il volto di un Rutger Hauer alquanto sbruffone.

Rien ha un grande talento e nel pub di suo padre sono esposti i trofei delle sue vittorie, Eef fa il meccanico e non gareggia ed ha un padre bigotto che non gli concede nulla e spesso lo picchia in maniera violenta e repressiva, Hans è un ragazzotto dolce e ingenuo, suona nell'orchestra diretta dall'affettuoso padre che lo incoraggia a non demoralizzarsi nonostante sia evidente che nel mondo delle corse per lui non c'è futuro, la loro vita viene destabilizzata dall'incontro con Fientje una bellissima ragazza che gestisce una rosticceria ambulante con il fratello e quando i soldi non bastano vende il suo corpo.

Il loro destino sarà molto diverso ma tutti e tre i giovani perderanno strada facendo la loro innocenza e la loro amicizia.

Verhoeven non fa sconti e mescola un'infinità di generi dando sfoggio di un talento smisurato, ci sono delle scene al limite del X rated, fra tutte quella in cui Eef si aggira in una Rotterdam notturna e spettrale a caccia di pederasti da adescare e poi rapinare, essendoci stato vi posso garantire che è una città che di notte ti fa letteralmente cagare nei pantaloni, lo vediamo spiare due omosessuali in una scena di amore orale assoldati da Verhoeven per questa sequenza in cui riprende bocca su pene come in un film porno e pare che al suo stop chi godeva del fellatio si sia arrabbiato non essendo ancora venuto, un'altra in cui i tre giovani si misurano il pene davanti ai nostri occhi, un'altra ancora in cui la Soutendlijk smanetta Van Tongeren, altre invece sono di una bellezza estetica e sociologica immensa ad esempio quella in cui Eef rivela il suo essere al dispotico padre all'interno di una serra, i sogni di Fientje mentre osserva dalla strada una famiglia felice evidenziando come siano gli eventi a relegarla ad una vita così sacrificata ma anche la visita in ospedale a Rien a dimostrazione che il suo carattere è più sensibile di quello che può sembrare, il dramma di Rien condannato dal gioco del destino ed è singolare come l'attore che lo impersona Hans Van Tongeren abbia subito lo stesso fato nella vita reale, la shopping street di Rotterdam nella quale proprio sotto l'arco che rappresenta l'unico monumento storico salvatosi dagli eventi bellici riemerge il belpersonaggio di Maya, la ex fidanzata di Rien, il motocross praticato ovunque dai protagonisti, per strada, su pista, nelle discariche.

Quando uscì nelle sale olandesi fu un vero e proprio pugno nello stomaco, tanto che si formarono comitati di protesta anti Spetters proprio perchè metteva in cattiva luce la società olandese evidenziando come assomigli a quella americana mastica persone: ti usano, ti sfruttano, ti deridono e se non servi più ti sputano via senza mezzi termini, io questa società la conosco bene avendoci vissuto e vi posso dire che il film estremizza questi aspetti ma Verhoeven non ha tutti i torti e va applaudito per il suo coraggio e la sua classe dietro e davanti la macchina da presa.

 

 Paul Verhoeven (il terzo da sinistra) sul set di Spetters con il suo giovane cast

 

 

 

 

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