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Come fare carriera nella pubblicità

Regia di Bruce Robinson vedi scheda film

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La recensione su Come fare carriera nella pubblicità

di mm40
3 stelle

Un pubblicitario di successo si blocca di fronte a una nuova campagna per una crema contro l'acne. Lo stress è tanto che all'uomo cresce un piccolo foruncolo sulla spalla. Il foruncolo cresce, cresce fino a diventare una seconda testa...

 

Due sono gli obiettivi principali di questa pellicola: denunciare l'avidità spregiudicata del sistema pubblicitario e stigmatizzare le piccole e grandi follie della media borghesia britannica, tema d'altronde strettamente correlato al precedente. La prima questione è affrontata con fin troppa chiarezza, con tanto di filippica di chiusura che lascia perfino basiti nella sua laconicità, nella sua mancanza di fantasia; la seconda è invece disastrosamente portata avanti con un humour inglese fatto di macchiette risibili, battutine sottili al limite dell'infantilismo e così via. Morale: mai far parlare d'Inghilterra a un inglese. E dire che Bruce Robinson, suddito di sua maestà la regina Elisabetta, veniva da un interessante debutto, Shakespeare a colazione, uscito solamente un paio di anni prima; d'altronde il successivo Gli occhi del delitto (1992) decreterà per lui un lunghissimo stop molto simile a un prematuro ritiro dalle scene (occorreranno circa due decenni per ritrovarlo sul set, con The rum diary, 2011). Robinson mette in scena con sufficiente dedizione la storia di Denis Bagley, pubblicitario nevrotico travolto dal suo stesso - sporco - mestiere fino al collasso psicofisico e alla rinascita sotto nuove - sporche - spoglie, con una rinnovata mentalità adeguata al mondo falso, ipocrita e dedito esclusivamente al profitto che ogni giorno frequenta. Francamente non molto originale neppure per il 1989, così come la scena di pochi secondi in cui l'animazione (due uccellini che girano per una stanza ed entrano nella tv) si fonde con l'immagine reale, andando a scimmiottare il ben più celebre successo di Robert Zemeckis, Chi ha incastrato Roger Rabbit?, uscito in sala l'anno precedente. Peccato in ogni caso perchè la sceneggiatura scritta dallo stesso regista partiva con un'idea interessante, cioè quella dello sdoppiamento di personalità tramite un piccolo 'alien' in crescita all'interno del corpo del protagonista; purtroppo però, come detto, lo sviluppo di tale spunto lascia parecchio a desiderare da vari punti di vista, in primis la semplicità quasi fumettistica in cui la narrazione viene portata avanti, per lo più trascurando le necessarie implicazioni psicologiche della storia. Gli interpreti: Richard E. Grant, già protagonista di Shakespeare a colazione, Rachel Ward, Richard Wilson, Jacqueline Tong; produce la Handmade films di George Harrison e Denis o'Brien. Curiosità: nella versione originale la voce dell'uccellino nella scena animata è quella del Monty Python's Eric Idle, d'altronde grande amico di Harrison. 3/10.

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