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Addio al nubilato

Regia di Francesco Apolloni vedi scheda film

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La recensione su Addio al nubilato

di marcopolo30
1 stelle

Sorta di versione al femminile del divertentissimo “Una notte da leoni”. Sfortunatamente le analogie sono solo di facciata perché questa sbirindellata pellicola di Francesco Apolloni risulta alla prova dei fatti tristemente penosa. VOTO: 1½

Posso immaginare la genesi di questo “Addio al nubilato”. Francesco Apolloni telefona al suo produttore di fiducia proponendo la sua ultima creazione:

Apolloni: “Buonasera Commendato', ho appena scritto un soggetto che sicuramente le piacerà”.

Produttore: “Dimmi, dimmi. Sono tutt'orecchi”.

A: “Allora, quattro tizi sulla quarantina si riuniscono nella suite di un hotel a 5 stelle per l'addio al nubilato di un amico, si sbronzano e ne combinano di tutti i colori. I quattro personaggi sono il bellone, il comico della comitiva, quello ricco e uno asiatico. Che ne pensa?”

P: “Penso che hai fatto copia e incolla da “Una notte da leoni”.

A: “E dice che il pubblico noterebbe la somiglianza?”

P: “Il grande pubblico forse no perché è narcotizzato, ma i produttori americani si e noi finiamo in tribunale per plagio” .

A: “E se al posto di quattro maschi mettiamo quattro femmine?”

P: “Cazzarola Apolloni, ma sei un genio! OK, allora ci sto dentro. Aspetta solo che chiamo il mio contatto in RAI che 'sto progetto riciclato ce lo facciamo finanziare coi soldi pubblici così se poi nessuno se lo fila -cosa assai probabile- i soldi buttati nel cesso non sono i nostri e quindi ce ne frega assai”.

Ci sta che le cose non andarono esattamente così, ma credo che tale immaginaria conversazione telefonica renda l'idea della preoccupante mancanza d'inventiva nella quale affonda le proprie radici questo “Addio al nubilato”. È un film che, oltre alla già citata assoluta mancanza di originalità, risulta pure moscio quanto a comicità, perché una cosa è poter contare su Zach Galifianakis, che già a guardarlo ti vien da ridere, altra ben diversa il dover ripiegare su Chiara Francini, bravina per carità ma non certo in grado da sola di poter tenere in piedi la baracca. E se non ne sarebbe in grado da sola, figuriamoci se 'aiutata' da attrici del calibro di Laura Chiatti Antonia Liskova. Ma se dopo la prima ora si potrebbe pensare di essere al cospetto di un film bruttarello ma comunque nei limiti della commedia foffa italiana contemporanea, è la parte finale del film a essere davvero da brividi. Ma non brividi causati dalle forti emozioni trasmesse, piuttosto il contrario. Brividi causati cioè dal solo pensiero dell'estrema disonestà intellettuale che bisogna possedere per dare a una (sedicente) commedia il finalone illuminato che gli si è dato. Sorprende (o meglio, mi correggo giacché niente ormai sorprende: rattrista) che ne sia stato realizzato pure un sequel che, a questo punto, posso ipotizzare sia stato ambientato a Bangkok, tanto per restar fedeli pure al sequel del già citato film di Todd Phillips.

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